Aeroporto di Bologna – “Crescita record nel semestre e carbon neutral entro il 2030”

Dall’8 al 9 ottobre si è tenuta l’Italian Excellences Conference 2024, evento dedicato alle Mid Corporate italiane quotate, organizzato a Parigi da Intesa Sanpaolo. Tra i protagonisti anche Aeroporto di Bologna, che ha avuto modo di commentare la situazione in cui l’azienda si trova ad operare, con un focus sulle strategie riguardanti la sostenibilità. In un’intervista a Market Insight, l’amministratore delegato Nazareno Ventola ha sottolineato come Aeroporto di Bologna sia riuscito a mantenere una posizione di leadership sia a livello logistico sia in termini di innovazione sostenibile.

 

Quali sono i principali risultati che avete raggiunto, quali le prospettive future?

“Finora il 2024 è stato un anno sfidante ma molto positivo. Il primo semestre si è concluso con una crescita del traffico passeggeri del 10% e abbiamo raggiunto una soglia record per il primo semestre della nostra storia di 5 milioni di passeggeri.

Questo ha avuto un effetto di moltiplicazione sui risultati economici: i ricavi adjusted sono aumentati del 15% e questo ha trainato, grazie alla leva operativa, un incremento dell’EBITDA del 35% e un incremento dell’utile netto dell’11%.

Dal punto di vista operativo l’estate è stata complicata per l’affollamento nei cieli, per i ritardi sui voli e a causa delle problematiche legate ai cantieri in essere in aeroporto. I risultati economici però sono soddisfacenti e sono un buon viatico per la fine dell’anno.”

Quali sono i fattori distintivi di successo della vostra azienda rispetto ai competitor e al settore di attività?

“L’aeroporto di Bologna ha un posizionamento logistico che probabilmente è unico a livello nazionale, perché Bologna si trova all’incrocio della linea dell’alta velocità e della rete autostradale. Quindi, da un punto di vista della connessione via terra e dell’accessibilità è uno degli aeroporti meglio posizionati in Italia, inoltre ha un bacino d’utenza che è tra i migliori dal punto di vista della propensione al viaggio.”, spiega Ventola.

“Abbiamo un buon bilanciamento tra passeggeri che viaggiano per motivi di lavoro, per motivi di leisure, piuttosto che per motivi personali o sanitari, con circa il 30% per ciascun segmento, e questo fa sì che la stagionalità dell’aeroporto sia piuttosto limitata.”

Chiaramente, continua Ventola, “l’estate è il periodo più affollato ma anche durante i periodi invernali, o comunque di bassa stagione, l’aeroporto ha un traffico passeggeri importante e questo per noi è un punto di forza. E certamente questo è un punto di attrattività per le compagnie aeree che vengono ad operare sull’aeroporto.”

Qual è il valore della sostenibilità rispetto al vostro settore e come siete posizionati rispetto ai vostri competitor?

“La sostenibilità è diventata ormai un elemento irrinunciabile per il settore del trasporto aereo che, nel corso degli ultimi anni, è stato considerato poco sostenibile rispetto ad altri sistemi di trasporto. In effetti questo dovrebbe portare a un’incentivazione della transizione green, cosa che purtroppo non è successa fino ad oggi”.

Un esempio per tutti, continua Ventola “è stato durante il periodo del Covid: nel PNRR il settore non è stato assolutamente considerato per quelli che sono i processi di decarbonizzazione.”

Detto questo, prosegue l’AD, “noi come Aeroporto di Bologna abbiamo un impegno già da diversi anni a diventare carbon neutral, quindi net-zero, entro il 2030. L’abbiamo pubblicamente dichiarato e lo attueremo attraverso una serie di investimenti che consentiranno il passaggio dall’uso di energia fossile a quella rinnovabile, l’utilizzo di mezzi elettrici durante l’attività operativa, il riciclo dei materiali plastici in collaborazione con i nostri partner commerciali, e nel complesso di tutti gli aspetti legati all’impatto ambientale a 360°.

Sappiamo tuttavia che questo non basta perché il settore del trasporto aereo è complesso: da un punto di vista della carbon neutrality gli aeroporti hanno un impatto in termini di CO2 di circa il 10-15%, mentre il restante 85-90% è da imputarsi all’attività delle compagnie aeree”.

Gli aeroporti, prosegue il manager, “possono monitorare le emissioni scope 1 e scope 2, mentre le emissioni scope 3 riguardano essenzialmente i motori aerei e quindi su questo noi dobbiamo essere parte attiva per promuovere in maniera proattiva il processo di transizione delle compagnie aeree verso carburanti più puliti e motori più efficienti”.

“Dobbiamo impegnarci per avere un ruolo guida nel percorso di decarbonizzazione del nostro settore, pur tenendo in considerazione che complessivamente il contributo alla CO2 globale emessa a livello mondiale dal trasporto aereo è pari al 2- 3%, una percentuale non irrisoria ma che pure regge il confronto rispetto ad altre modalità di trasporto” conclude Ventola.