Le borse europee accelerano ulteriormente nel pomeriggio con l’andamento tonico di Wall Street e in scia a un report sull’occupazione statunitense più debole del previsto.
A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1,2% a 34.698 punti, ben intonato come l’Ibex35 di Madrid (+1,4%), il Dax di Francoforte (+1,2%), il Ftse 100 di Londra (+1%) e il Cac 40 di Parigi (+1%). Oltreoceano, il Nasdaq sale dell’1,2%, il Dow Jones dell’1,1% e lo S&P500 dello 0,9%.
Si consolidano le aspettative su imminenti tagli ai tassi da parte della Federal Reserve, in vista della riunione della prossima settimana, con gli operatori intenti a valutare la solidità del mercato del lavoro statunitense.
Il tutto a seguito, in particolare, del job report odierno che ha evidenziato, per ottobre, la creazione di 12mila posti di lavoro nel settore non agricolo (Non Farm Payrolls), un valore ben inferiore rispetto all’aumento di 100mila unità previsto, dopo i 223mila nuovi posti di lavoro a settembre (rivisti da 254mila). Il tasso di disoccupazione è risultato stabile, come da attese, al 4,1%.
Dall’agenda macro, inoltre, a ottobre l’indice ISM manifatturiero statunitense ha registrato 46,5 punti, in calo, contro il consensus (47,6 punti), dai 47,2 punti di settembre.
Nella stessa area e mese, il Pmi manifatturiero finale si è attestato a 48,5 punti, al di sopra del consensus e del preliminare, entrambi a 47,8 punti.
L’omologo dato di ottobre nel Regno Unito è stato pari a 49,9 punti, al di sotto dei 50,3 punti del preliminare e delle attese.
Occhi anche sulle trimestrali con Amazon che balza del 7% a Wall Street in scia alla trimestrale sopra le attese e alle solide prospettive, Intel a +6,8% spinta da una previsione sul fatturato del quarto trimestre leggermente superiore alle stime, ed Apple che cede l’1,4% frenata da vendite in Cina più deboli del previsto.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,085 mentre il il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 152,9. Tra le materie prime, il petrolio resta il rialzo, pur riducendo i guadagni rispetto a metà seduta, con il Brent (+1,3%) a 73,8 dollari al barile e il Wti (+1,4%) a 70,3 dollari in scia ai nuovi rischi di escalation per un possibile attacco iraniano a Israele.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund è poco mosso a 127 punti base (+1bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,65%.
Tornando a Piazza Affari, trainano i titoli bancari con Unicredit che resta in vetta (+3,2%), seguita da Intesa Sanpaolo (+2,5%) e Banco BPM (+2,4%). Rimane in coda STM (-1,2%), mentre limitano le perdite A2A e Finecobank (entrambe -0,2%).