In un contesto che pone sfide agli operatori in termini di prezzi delle commodities e di assetto economico–normativo, A2A interpreta la transizione ecologica come un pilastro centrale della propria strategia competitiva.
L’aggiornamento di Piano conferma gli investimenti per 22 miliardi suddivisi in 6 miliardi per l’Economia circolare e 16 miliardi per la Transizione energetica, che permetteranno di raggiungere nel 2035 un EBITDA di 3,3 miliardi e un utile netto superiore a 1 miliardo.
L’ambizione del Gruppo nell’orizzonte di Piano prevede il mantenimento dei principali target industriali, tra cui 3,4 miliardi di RAB nelle reti elettriche, 5,7 GW di capacità da fonti rinnovabili e oltre 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati al 2035.
Il percorso di trasformazione industriale del Gruppo poggia sul costante incremento degli investimenti annui da 0,8 miliardi medi nel periodo 2018-20 a 1,8 miliardi medi nel 2031-35, con una progressiva focalizzazione verso business future-fit.
A2A punta a mantenere una posizione di leadership nel settore ambientale con oltre 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati al 2035 in oltre 70 impianti, di cui 11 nuovi attualmente in cantiere. Gli investimenti in quest’area mirano a ridurre il gap impiantistico nazionale e a promuovere la valorizzazione dei rifiuti attraverso il recupero di energia e di materia. Il Gruppo produrrà 2,7 TWh di energia elettrica e 2,2 TWh di energia termica dai rifiuti. Inoltre, nell’attività di recupero di materia, saranno trasformate in prodotti e materie prime seconde oltre 1 milione di tonnellate al 2035.
Con un target di 5,7 GW di capacità rinnovabile installata entro il 2035, A2A continua a supportare l’elettrificazione dei consumi e lo sviluppo delle FER: gli investimenti mirano a rendere l’energia rinnovabile più diffusa, accessibile e meno sensibile alla volatilità di mercato, anche grazie ad accordi di lungo termine (PPA – Power Purchase Agreement) e meccanismi incentivanti. Infine, Il Gruppo prevede di ampliare la propria base clienti a oltre 5 milioni al 2035, di cui 1 milione con contratti di lungo periodo (PPA Mass Market).
Con un EBITDA ordinario 2023 pari a 1,9 miliardi, l’Aggiornamento del Piano Strategico 2024-2035 vede un rafforzamento della crescita del Gruppo nel 2024 con un EBITDA atteso pari a 2,3 miliardi. L’EBITDA si attesta a 2,4 miliardi nel 2027, 2,6 miliardi nel 2030 e 3,3 miliardi nel 2035. Escludendo l’effetto scenario registrato negli anni 2023 e 2024, rispettivamente pari a 0,2 miliardi e 0,3 miliardi, il CAGR risulta essere dell’8% nel periodo 2023-27 e del 6% nel periodo 2023-35. La crescita dell’EBITDA nel breve periodo è guidata principalmente dallo sviluppo industriale del segmento Energia e Smart Infrastructures, mentre nel medio-lungo periodo, dal comparto Ambiente e Smart Infrastructures.
L’Utile Netto Ordinario è atteso a 0,8 miliardi nel 2024 (0,6 miliardi escludendo l’effetto scenario), 0,7 miliardi nel 2027 e 0,8 miliardi nel 2030, mentre si attesta a oltre 1 miliardo nel 2035. Il CAGR – al netto dell’effetto scenario – risulta pari al 12% nel periodo 2023-27, mentre è pari al 7% nel periodo 2023-35.
In termini di redditività, l’aggiornamento del Piano Strategico sul periodo 2024-35 mostra un ROI medio maggiore del 9%, un ROE medio del 12%. Il ritorno complessivo per l’azionista (TSR) atteso risulta circa il 12%.
L’avanzamento nel percorso di crescita strutturale del Gruppo ha permesso un aggiornamento della politica dei dividendi. La nuova politica prevede una crescita sostenibile del dividendo per azione di almeno il 4% annuo, rispetto al 3% annuo previsto nel precedente Piano presentato a marzo 2024.
Sulla base dello sviluppo dei progetti industriali e tenendo conto dell’andamento dello scenario dei prezzi e delle condizioni di mercato, si prevede che il Gruppo A2A traguarderà per il 2025 un EBITDA compreso tra 2,17 e 2,20 miliardi e un Utile Netto Ordinario di Gruppo tra 0,68 e 0,70 miliardi.
Circa il 70% degli investimenti è destinato ad interventi di sviluppo, consentendo al Gruppo di mantenere flessibilità nelle strategie di investimento e nell’eventuale riallocazione degli investimenti nel tempo. La quota restante è dedicata a manutenzioni e obblighi di legge.
Per quanto concerne la suddivisione per Business Unit dei 22 miliardi di investimenti, circa 8,1 miliardi sono destinati al segmento Energia, 4,4 miliardi relativi alla Business Unit Ambiente, 8,5 miliardi afferenti alla BU Smart Infrastructures e 1,4 miliardi alla BU Corporate (per innovazione digitale e immobili).
La generazione di cassa a disposizione per la crescita risulta infatti pari a 15,6 miliardi, con una cash conversion, data dal rapporto tra Flusso di Cassa Operativo al netto degli investimenti di mantenimento ed EBITDA, superiore al 50%. La crescita industriale, insieme ad una attenta disciplina finanziaria, limita il debito incrementale e riduce il rapporto PFN/EBITDA, atteso a un livello sempre inferiore a 2,7x.
Il fabbisogno finanziario in tutto l’orizzonte di Piano è atteso in 8,1 miliardi, di cui 1,6 miliardi (meno del 20%) destinato al debito incrementale, mentre i restanti 6,5 miliardi saranno necessari per il rifinanziamento del debito esistente.