Eurotech – Il primo margine migliora di 450 bps al 51,8% nei 9M24

Eurotech ha archiviato i primi nove mesi del 2024 con un fatturato pari a 43 milioni rispetto a 70,01 milioni dei nove mesi del 2023, segnando un decremento a cambi costanti del 37,2% e, a cambi storici, del 38,6%.

Un dato in linea con l’andamento registrato nel primo semestre e, che come già descritto nei trimestre precedenti, continua a essere penalizzato, come spiega la società, oltre che da una difficile situazione congiunturale di mercato, anche dal phase-out del principale cliente nel business embedded legacy negli Stati Uniti.

Tuttavia, il business Edge AIoT si è dimostrato molto più resiliente del business Embedded tradizionale e, nei primi nove mesi, ha rappresentato il 59,8% del fatturato totale.

Dalla ripartizione dei ricavi per localizzazione delle attività del Gruppo, l’Europa risulta l’area principale, con un contributo del 60,6% al fatturato del Gruppo (nei nove mesi del 2023 era al 42,8%); seguono l’area giapponese, con un contributo del 24,7% al fatturato totale (nei nove mesi del 2023 era del 25,6%), e l’area americana, che ha inciso per il 14,6% del fatturato totale (nei nove mesi del 2023 era al 31,6%).

Il primo margine ammonta a 22,27 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 51,8%, in netta crescita rispetto a un’incidenza del 47,3% dei primi nove mesi del 2023. “Il miglioramento del primo margine è frutto di più fattori: la normalizzazione dei prezzi dei componenti, le attività svolte sia lato acquisti che lato vendite per incrementare la marginalità dei prodotti, e il mix di prodotti venduti che in particolare nel terzo trimestre ha beneficiato della fatturazione di un ordine ad alto margine”.
L’EBITDA adjusted è stato pari a -3,26 milioni (-7,6% dei ricavi), rispetto a 3,8 milioni nel 2023 (5,4% dei ricavi). “Il terzo trimestre ha quasi raggiunto il punto di break-even, come già si era visto nel secondo trimestre: questo risultato è stato reso possibile in particolare dalla diminuzione dei costi operativi, che hanno beneficiato degli effetti delle azioni di razionalizzazione della struttura operativa iniziate negli USA a fine 2023 ed estese a tutto il Gruppo a maggio 2024”.
L’EBITDA è stato pari a -4,25 milioni; non c’è invece alcuna variazione con riferimento ai nove mesi del 2023, non essendoci costi non ricorrenti.
L’EBIT si è attestato a -7,68 milioni mentre era di -0,51 milioni nei nove mesi 2023.
Il risultato netto di Gruppo è stato pari a -7,9 milioni rispetto a -1,23 milioni dello stesso periodo del 2023.
Dal lato patrimoniale, il Gruppo presenta al 30 settembre 2024 un indebitamento finanziario netto di 21,0 milioni, rispetto a 20,6 milioni al 31 dicembre 2023. Tale variazione “è stata determinata principalmente, oltre che dal versamento di Emera, da una generazione di cassa operativa di 0,7 milioni e da un utilizzo di cassa di 3,7 milioni per investimenti e rimborso di interessi correlati ai finanziamenti passivi”.

Riguardo l’evoluzione prevedibile della gestione, la società riporta che “permane una situazione di bassa visibilità, caratterizzata dal rilascio degli ordini da parte dei clienti per lo stretto indispensabile nel breve termine. Tuttavia, dopo un primo semestre particolarmente interlocutorio sulla raccolta ordini, si è registrato un progressivo incremento dell’interesse dei clienti nella discussione di nuove opportunità di business e di richieste d’offerta, con un’accelerazione del fenomeno negli ultimi due mesi. Questa dinamica si dovrebbe tradurre in un incremento del portafoglio ordini nei mesi a venire, propedeutico per una ripresa della crescita nel corso del 2025”.

“Il fatturato del quarto trimestre sarà superiore rispetto a quello del terzo trimestre, ma sarà tuttavia ancora impattato dai fattori macro che hanno caratterizzato l’andamento del business anche nei trimestri precedenti: la contrazione del settore industriale a livello mondiale, l’atteggiamento attendista (“wait-and-see”) dei clienti in Europa, il destocking in Giappone e la recessione in Germania”.
“I processi di controllo dei costi di approvvigionamento in essere e la visibilità sul mix di prodotti venduti fanno ritenere che anche nell’ultimo trimestre dell’anno il primo margine percentuale manterrà valori vicini a quelli registrati nei primi nove mesi”.
“Le azioni di razionalizzazione della struttura operativa annunciate a maggio sono state
implementate e l’obiettivo di abbassare il run-rate del Gruppo di Euro 4 milioni nel 2025
rispetto al 2023 è stato centrato”, conclude la società.