Mercati – Prevista partenza positiva per l’Europa in vista degli appuntamenti della settimana, occhi su Banco Bpm

Prevista partenza positiva per le principali borse europee con l’attenzione sulle banche centrali e le questioni politiche internazionali.

Chiusura perlopiù in rialzo venerdì a Wall Street con il Nasdaq a +0,8%, l’S&P500 a +0,3% e il Dow Jones a -0,3%.

Sui mercati asiatici, Tokyo ha terminato a +0,2%, Shanghai viaggia a flat e Hong Kong a +2,4%.

Si apre una settimana ricca di appuntamenti con le banche centrali e i dati macroeconomici, in attesa di un ulteriore allentamento delle politica monetaria da parte della Banca centrale europea, in calendario giovedì.

Previsto un allentamento anche da parte della Banca del Canada e della Banca nazionale svizzera mentre l’istituto australiano lascerà probabilmente invariati i tassi di interesse.

Occhi anche sugli appuntamenti macroeconomici, tra i quali i prezzi al consumo statunitensi in uscita mercoledì, che dovrebbero fornire altri dettagli utili a definire le prossime mosse della Federal Reserve.

Spostando lo sguardo sulla Cina, cresce l’attesa per ulteriori misure di stimolo dalla Conferenza economica annuale che prenderà il via mercoledì, dopo che gli ultimi dati hanno dimostrato come gli sforzi del Governo non siano stati sufficienti a stimolare la domanda.

A novembre i prezzi alla produzione cinesi sono calati su base tendenziale del 2,5%, dopo il -2,9% di ottobre e rispetto al -2,8% del consensus. Nello stesso mese, i prezzi al consumo (CPI) sono saliti dello 0,2% su base annua, rispetto al +0,5% delle attese e al +0,3% di ottobre.

Attese nel pomeriggio le scorte all’ingrosso USA di ottobre.

Infine, sullo sfondo pesano le incertezze politiche con la Corea del Sud che rischia un prolungato stallo politico e con la caduta del regime siriano di Assad.

A Piazza Affari, occhi su Banco BPM dopo che la francese Credit Agricole ha fatto sapere venerdì di aver incrementato la propria partecipazione nell’istituto dal 9,9% a un potenziale 15% mediante l’uso di derivati e di voler chiedere il via libera della Bce per arrivare fino al 19,99%.