Seduta a tinte rosse per le principali borse asiatiche dopo la chiusura negativa di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono entrambi il 2%, giù come Hong Kong (-1,9%); in calo anche il Giappone con il Nikkei a -1% e il Topix a -1,1%.
Oltreoceano, S&P 500 e Dow Jones hanno terminato a -0,5% e il Nasdaq a -0,7%.
Il sentiment asiatico risente del fatto che dal meeting del Partito Comunista non sono emerse indicazioni precise sugli stimoli all’economia dalla Central Economic Work Conference di due giorni conclusasi ieri.
Il presidente Xi Jinping e i principali leader del partito hanno dichiarato di volere aumentare il deficit fiscale della Cina ed emettere più obbligazioni speciali ultra-lunghe nel corso della Central Economic Work Conference conclusosi ieri.
Un report pubblicato dai media statali sulle conclusioni dell’incontro sostiene che la Cina taglierà i tassi riducendo “al momento opportuno” i depositi che le banche devono detenere come riserve. Dall’incontro è emersa la preoccupazione per la salute della seconda economia più grande del mondo, in piena deflazione. Il report ha evidenziato l’impegno a “incrementare vigorosamente i consumi” al primo posto in un elenco di priorità politiche.
Intanto sul fronte macro, è stata rivista al ribasso la produzione delle fabbriche giapponesi a ottobre 2024. Secondo la stima finale del Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese l’indice destagionalizzato della produzione industriale è salito del 2,8% su base mensile, meno di quanto previsto nella stima preliminare (+3%) e atteso dagli analisti. A settembre si era registrata una salita dell’1,6%.
Sempre in Giappone, il governo metropolitano di Tokyo consentirà al suo personale di lavorare quattro giorni alla settimana, un esperimento radicale per invertire il basso tasso di natalità del paese. Il progetto del governo di Tokyo, che inizierà ad aprile 2025, consente ai dipendenti di adattare i propri orari di lavoro per liberare un giorno a loro scelta ogni settimana.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,046 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 152,9. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 73,6 dollari al barile e il Wti (+0,3%) a 70,2 dollari.