Mercati asiatici – Seduta di vendite guidata dalla Cina

Altra seduta negativa per le principali borse asiatiche dopo la chiusura in positivo a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,7 e l’1,7%, sottotono Hong Kong (-0,2%) e il Giappone, con il Nikkei a -0,1% e il Topix a -0,4%.

Oltreoceano, l’S&P 500 ha terminato a +0,4%, il Nasdaq a +1,2% mentre il Dow Jones ha ceduto lo 0,3%.

Il governo cinese avrebbe deciso di alzare il deficit al 4% del prodotto interno lordo l’anno prossimo, un record per il Paese, mantenendo un obiettivo di crescita economica di circa il 5%.

Il nuovo piano di deficit – come riportato da indiscrezioni stampa citando fonti a conoscenza dei fatti – si confronta con un obiettivo iniziale del 3% del Pil per il 2024 ed è in linea con una politica fiscale “più proattiva” delineata dai vertici del partito dopo la riunione del Politburo di dicembre e la Central Economic Work Conference della scorsa settimana, dove gli obiettivi concordati non sono stati annunciati ufficialmente.

Una mossa che fa parte dei preparativi di Pechino per contrastare l’impatto di un previsto aumento dei dazi statunitensi sulle importazioni cinesi, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca a gennaio.

Inoltre, il presidente eletto ha annunciato nelle scorse ore di aver scelto George Glass, noto falco anti Cina, come prossimo ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone.

Il tutto aspettando il meeting della Fed di domani con gli analisti che danno ormai per scontato un altro taglio dei tassi, sebbene rimanga grande incertezza sulla politica monetaria per il prossimo anno.

In calendario giovedì, invece, le decisioni della Banca del Giappone e Bank of England.

Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,050 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 154. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,3%) a 74,2 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 70,5 dollari.