Mercati asiatici – Prevale la debolezza in scia ai timori di deflazione cinese

Seduta perlopiù debole per le principali borse asiatiche dopo la chiusura mista di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen scambiano rispettivamente a -0,5 e +0,3% mentre Hong Kong cede lo 0,1%. Più arretrato il Giappone con il Nikkei a -0,9% e il Topix a -1,2%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,1%, l’S&P500 a +0,2% e il Dow Jones a +0,3%. Oggi i listini statunitensi sono chiusi in osservanza di una giornata nazionale di lutto per l’ex presidente Jimmy Carter.

Sul sentiment asiatico pesano i dati che hanno mostrato un peggioramento delle pressioni deflazionistiche nella seconda economia mondiale e che suggeriscono come gli sforzi di Pechino, attraverso misure di stimolo, non siano finora riusciti a rilanciare la domanda.

Spostando lo sguardo sul Giappone, gli stipendi base dei lavoratori hanno registrato la maggiore crescita degli ultimi 32 anni, alimentando l’aspettativa che la banca centrale aumenterà i tassi questo mese.

Sempre in tema di politica monetaria, gli investitori stanno valutando inoltre quanto emerso ieri sera dai verbali della Federal Reserve. Nel documento si legge che “quasi tutti i partecipanti del Fomc ritengono che i rischi sulle prospettive di inflazione siano aumentati”, facendo riferimento, senza citarlo, anche alle decisioni di Trump, riguardo a possibili cambiamenti delle politiche commerciali e sull’immigrazione.

Il neo presidente Usa sarebbe intanto pronto a dichiarare un’emergenza economica nazionale per fornire una giustificazione legale all’imposizione di una vasta gamma di dazi universali su alleati e avversari.

Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,031 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 158,1. Tra le materie prime, petrolio in leggero rialzo con il Brent (+0,1%) a 76,3 dollari al barile e il Wti (+0,1%) a 73,4 dollari.