Seduta a tinte rosse per le principali borse asiatiche mentre i listini statunitensi rimanevano chiusi in osservanza di una giornata nazionale di lutto per l’ex presidente Jimmy Carter.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,2% e il 2,2% mentre Hong Kong scambia a -0,9%. Giù anche il Giappone con il Nikkei a -1% e il Topix a -0,9%.
La Banca popolare cinese ha affermato che intende sospendere l’acquisto dei titoli di Stato a gennaio dal momento che l’offerta di bond è scesa sotto la domanda. E ha aggiunto che sceglierà il momento opportuno per riprendere gli acquisti in base alle condizioni di mercato.
I rendimenti obbligazionari del debito cinese sono calati a minimi storici, nei giorni scorsi, in scia ai forti acquisti sulla scommessa di un allentamento monetario aggressivo per risvegliare un’economia che cresce a ritmi lenti e come domanda di bene rifugio. Gli investitori infatti si sono rivolti alle obbligazioni nel mezzo di una storica crisi del mercato immobiliare, con consumi interni deboli per il timore che la deflazione prosegua. A ciò si aggiungono le intenzioni del neo presidente eletto Usa di applicare dazi fino al 60%.
Spostando lo sguardo sul Giappone, sul fronte macro si segnalano condizioni economiche in peggioramento a novembre: secondo la stima preliminare del Cabinet Office, il leading indicator (superindice) è sceso a 107 punti dai 109,1 punti di ottobre. Il dato è inferiore anche alle stime degli analisti (107,2 punti).
Il tutto in attesa del dato sul mercato del lavoro a stelle e strisce, in uscita oggi pomeriggio, molto atteso dagli investitori per capire se la Federal Reserve sospenderà il taglio dei tassi.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,0291 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 158,4. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,9%) a 77,6 dollari al barile e il Wti (+0,9%) a 74,5 dollari.