Seduta debole per le principali borse asiatiche orfane del Giappone fermo per festività e in scia alla chiusura in rosso di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen scambiano rispettivamente a -0,3 e flat, seguite da Hong Kong (-0,8%).
Oltreoceano, il Nasdaq e il Dow Jones hanno terminato a -1,6%, l’S&P500 a -1,5%.
Sul sentiment continuano a pesare le incertezze sulle mosse delle banche centrali dopo il solido job report diffuso venerdì scorso. In particolare i non farm payrolls oltre le attese hanno confermato la tenuta del mercato del lavoro statunitense e hanno smorzato l’ottimismo degli investitori sui tagli ai tassi da parte della Federal Reserve attesi per quest’anno, alimentando, anzi, l’aspettativa di una pausa nell’allentamento monetario.
Sono attese ulteriori indicazioni dai prezzi alla produzione Usa in uscita domani, dai prezzi al consumo in agenda mercoledì e dalle richieste di sussidi di disoccupazione di giovedì.
Sempre in tema banche centrali, l’istituto cinese rafforzerà il proprio impegno nella gestione del mercato dei cambi assicurandosi che la “valuta sia sostanzialmente stabile a livelli ragionevoli”.
Infine, sullo sfondo pesano i timori legati alle decisioni di Trump che ha promesso di imporre tariffe ancora più elevate sui beni cinesi quando entrerà in carica la prossima settimana.
Dall’agenda macro odierna, a dicembre le esportazioni cinesi sono intanto aumentate, oltre le attese (+7,3%), del 10,7%, rispetto al +6,7% di novembre. Le importazioni sono salite dell’1%, a fronte del -1,5% stimato e del -3,9% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,021 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 157,4. Tra le materie prime, greggio in rialzo con il Brent (+1,6%) a 81,0 dollari al barile e il Wti (+1,4%) a 76,8 dollari dopo una nuova raffica di sanzioni statunitensi all’industria petrolifera russa.