Gli eurolistini chiudono in ribasso mentre Wall Street procede mista dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 34.799 punti (-0,8%), in calo come il Dax di Francoforte (-0,4%), il CAC 40 di Parigi (-0,3%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%), il Ftse di Londra (-0,3%).
Oltreoceano, il Dow Jones guadagna lo 0,3% mentre lo S&P 500 cede lo 0,5% e il Nasdaq l’1,1%.
Sentiment ancora condizionato dalle incertezze sulle prossime mosse della Fed, con gli operatori che hanno ridotto l’aspettativa sui tagli ai tassi al di sotto dei 30 punti base per l’intero 2025. Il tutto ancora in scia al solido report sull’occupazione diffuso venerdì scorso che ha confermato la tenuta dell’economia statunitense.
A ciò si aggiungono i timori di inflazione, ulteriormente alimentati dalla corsa del greggio dopo una nuova raffica di sanzioni statunitensi all’industria petrolifera russa, e i dubbi sulle prossime decisioni di Trump quando entrerà in carica la prossima settimana.
Nuovi spunti dovrebbero arrivare dai prezzi alla produzione Usa in uscita domani, dai prezzi al consumo in agenda mercoledì, dalle richieste di sussidi di disoccupazione di giovedì e dall’entrata nel vivo della stagione delle trimestrali americane.
Sul Forex, l’euro/dollaro scende a 1,021, il dollaro/yen a 157,5. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+1,8%) a 81,2 dollari e il Wti (+2,1%) a 77,4 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale in area 124 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,83%.
Tornando a Piazza Affari, guida Amplifon (+2,5%), seguita da Tenaris (+1,0%), Snam (+1,0%), Eni (+0,9%) mentre arretrano in particolare Nexi (-3,9%), Prysmian (-3,1%), Ferrari (-2,8%), Stmicroelectronics (-2,6%).