Mercati – Europa amplia i guadagni a metà seduta con Piazza Affari a +1,1%

Le borse europee migliorano a metà seduta in linea all’andamento dei futures di Wall Street.

A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1,1% a 35.186 punti, bene come il Cac 40 di Parigi (+1,2%), il Dax di Francoforte (+0,8%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,7%), più cauto il Ftse 100 di Londra (+0,1%).

Gli operatori hanno raccolto con ottimismo la notizia secondo cui i membri del team economico del presidente eletto Donald Trump avrebbero discusso un approccio graduale all’aumento dei dazi.

Focus anche sulle banche centrali in attesa dei nuovi spunti dai prezzi alla produzione Usa (oggi), dai prezzi al consumo (domani), dalle richieste di sussidi di disoccupazione (giovedì) e dall’entrata nel vivo della stagione delle trimestrali americane.

Intanto, dall’agenda macro odierna emerge che a novembre la produzione industriale in Italia ha registrato un +0,3% su base mensile, accelerando contro le attese (flat) dopo il +0,1% di ottobre (rivisto da flat). La variazione dell’indice rispetto all’anno precedente, corretta dagli effetti di calendario, ha evidenziato una contrazione dell’1,5%, a fronte del -3,5% del mese precedente (rivisto da -3,6%).

In Asia, invece, secondo il vice governatore della Banca del Giappone, Ryozo Himino, l’aumento dei tassi di interesse potrebbe verificarsi la prossima settimana.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,026 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 157,8. Tra le materie prime, ritraccia il petrolio con il Brent (-0,8%) a 80,3 dollari al barile e il Wti (-0,8%) a 76,7 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund flette a 121 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,80%.

Tornando a Piazza Affari, guidano A2A (+3,1%) e Pirelli (+2,9%), seguite da Amplifon (+2,4%) e Popolare di Sondrio (+2,2%). In coda, Nexi (-4,7%), dopo che Morgan Stanley ha declassando il titolo a Underweight e ridotto il target price a 4,75 euro da 7,15 euro, in scia alle preoccupazioni sulle prospettive di crescita dell’azienda e le pressioni sui prezzi. Precedono Diasorin (-1,1%) ed Eni (-0,9%).