Wall Street chiude in lieve calo dopo il deciso balzo di mercoledì mentre rallentano le vendite al dettaglio e salgono le richieste di sussidi per la disoccupazione oltre le attese.
L’S&P 500 ha chiuso la seduta a -0,21%, il Nasdaq a -0,89% e il Daw Jones a 0,16%.
Dopo che a inizio settimana i dati sull’inflazione hanno dato fiducia agli operatori battendo le stime degli analisti e alzando le speranze su tagli ai tassi da parte della Fed nel corso dell’anno ieri i listini hanno virato in negativo in scia alla pubblicazione delle vendite al dettaglio e delle richieste di sussidi per la disoccupazione.
A pesare anche i report deludenti di alcune big di Wall Street.
Gli operatori guardano anche alle dinamiche geopolitiche e alle guerre in corso con un’attenzione particolare a Israele dove oggi Nethanyahu terrà un meeting con il consiglio di sicurezza per approvare il cessate il fuoco sulla striscia di Gaza e negoziare con Hamas le condizioni dell’accordo.
Sul fronte interno è ormai alle porte l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump. Sembra che tutti si siano ormai allineati alla sua visione come dimostrano anche le affermazioni del fondatore di Meta Zuckerberg, che ha bloccato il programma di fact-checking del social network e le politiche di inclusione dell’azienda.
Tornando all’azionario americano Morgan Stanley chiude a +4% dopo guadagni migliori del consensus per l’ultimo quarto 2024.
Risultati che seguono quelli di altri grandi gruppi finanziari come Citigroup, Goldam Sachs e Wells Fargo che mercoledì hanno pubblicato report sopra le attese.
Hanno battuto le stime anche i risultati di Bank of America che però ha chiuso la seduta di ieri a -1%.
U.S. Bancorp invece è stata uno dei pesi maggiori del S&P500 con un calo del 5,6% in scia a conti che hanno deluso le aspettative degli operatori.
L’unico titolo che ha fatto peggio è stato UnitedHealth Group, crollata del 6%. La compagnia assicurativa ha registrato profitti più alti delle attese ma i suoi ricavi per l’ultimo trimestre 2024 sono stati inferiori alle attese.
E’ stato il primo appuntamento ufficiale dopo l’uccisione a New York del CEO Brian Thompson da parte di Luigi Mangione.
Un’altra zavorra nella giornata di ieri è stata Tesla, crollata del 3,4% dopo aver abbassato i prezzi di vendita dei suoi Cybertruck, interpretato dagli operatori come ennesimo segnale che la compagnia di Elon Musk sta facendo fatica ad attrarre nuovi clienti dopo che le vendite dei suoi veicoli sono scesi per la prima volta da più di 10 anni.
Torna a salire l’indice Vix, che misura la volatilità, a +2,98% a 16,6 punti.
Passando alle materie prime il Brent ha chiuso ieri a -0,9%% a 81,29 dollari al barile. In calo anche il Wti che ha chiuso a -1,09% a 77,85 dollari al barile.
Tra i metalli preziosi sale per il secondo giorno di fila l’oro a +1,22% a 2.750,9 dollari l’oncia. Sale anche l’argento dello 0,62% (dopo il +3,89% di mercoledì) a 31,72 dollari l’oncia.
Infine questa mattina sul Forex l’euro/dollaro è sostanzialmente flat a 1,028 e il dollaro/yen a 155,73.