Seduta contrastata per le principali borse asiatiche dopo la chiusura positiva di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen viaggiano rispettivamente a +0,7 e +1,2% e Hong Kong avanza dell’1,7%. Debole il Giappone con Nikkei e Topix entrambi a -0,1%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a +0,9%, il Nasdaq a +0,2% e l’S&P 500 ha chiuso flat.
Nel complesso il sentiment asiatico beneficia delle ulteriori misure di stimolo in Cina.
In Giappone, come ampiamente previsto, la Bank of Japan ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base allo 0,5%, attuando il terzo aumento del costo del denaro di questo ciclo e portando il suo tasso di riferimento al livello più alto dal 2008. Inoltre, l’istituto prevede un’inflazione più elevata e una crescita più lenta nei prossimi anni e ha avvertito che aumenterà ulteriormente i tassi.
Sul fronte macro, a dicembre in Giappone l’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato un aumento del 3,6% su anno, dopo il +2,9% di novembre. Il dato su base mensile (non destagionalizzato) mostra una salita dello 0,6% dopo il +0,4% del mese precedente. Il dato core, che esclude la componente alimentare e l’energia, si è attestata a +3% a livello tendenziale, rispetto al +2,7% precedente e al +3% atteso.
Peggiora l’attività della manifattura in Giappone a gennaio, contro attese per una leggera crescita. Il dato preliminare dell’indice PMI manifatturiero indica un valore di 48,8 punti, rispetto ai 49,6 di dicembre e ai 49,7 attesi dal mercato. La stima flash del PMI dei servizi indica un rafforzamento del settore terziario, con il relativo indice che passa a 52,7 punti dai 50,9 di dicembre.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,045 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 155,4. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,1%) a 78,2 dollari al barile e il Wti (+0,04%) a 74,7 dollari.