Gli eurolistini chiudono in rialzo simile all’andamento di Wall Street dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 36.430 punti (+0,2%) in guadagno come l’Ibex 35 di Madrid (+1,2%), il Ftse 100 di Londra (+1,1%), il CAC 40 di Parigi (+0,9%), il DAX di Francoforte (+0,6%).
Oltreoceano, il Dow Jones e lo S&P 500 guadagnano lo 0,4%, il Nasdaq lo 0,2%.
All’indomani della decisione della Fed di lasciare i tassi invariati, lo sguardo si è spostato oggi sulla BCE che, come atteso, ha optato per un allentamento da 25 punti base spiegando che “il processo disinflazionistico è ben avviato. L’inflazione ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le proiezioni degli esperti e dovrebbe tornare all’obiettivo del 2% a medio termine nel corso dell’anno”. Riguardo le mosse future, il Consiglio direttivo ha poi ribadito che “saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
Nella successiva conferenza stampa, la presidente Lagarde ha affermato che l’ipotesi di taglio da 50 punti base “non è proprio entrata nel dibattito” e che “l’economia è in stagnazione nel quarto trimestre, e resterà debole nel breve termine. La manifattura è in contrazione, i servizi si espandono ma la fiducia dei consumatori si deteriora e la spesa delle famiglie non sale”. Nonostante il quadro, “le condizioni per la ripresa restano”.
Nuovi spunti dovrebbero arrivare dai conti di Apple, in uscita dopo la chiusura di Wall Street, e, domani, dal deflatore PCE, una misura dell’inflazione attentamente monitorata dalla Fed.
Dall’agenda odierna, la prima lettura preliminare del Pil annualizzato statunitense del quarto trimestre 2024 ha evidenziato un incremento del 2,3% su base trimestrale, rallentando più delle attese (+2,7%) dal +3,1% del terzo trimestre 2024.
Nella stessa area, nella settimana al 25 gennaio, le richieste di sussidi di disoccupazione sono diminuite, contro le attese (224mila unità), a 207mila dalle 223mila unità della settimana precedente.
A gennaio la lettura preliminare sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona si è attestata a -14,2 punti, in linea con le attese e in miglioramento rispetto ai -14,5 punti di dicembre.
Sempre in Europa, a dicembre, il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,3%, in linea con le attese e al di sopra del 6,2% di novembre.
La prima stima per il Pil dell’Eurozona nel quarto trimestre 2024 ha rallentato, più delle attese (+0,1%), attestandosi sulla parità su base trimestrale rispetto al +0,4% del 3Q24. Su base annua, l’aumento è stato dello 0,9% (+1% il consensus) come il precedente trimestre.
In Italia, nel quarto trimestre 2024, il Pil preliminare, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto flat su base trimestrale, dato stabile rispetto al terzo trimestre ma al di sotto del consensus (+0,1%). Su base annua, l’incremento è stato dello 0,5%, sotto le attese (+0,6%) ma meglio rispetto al +0,4% registrato nel terzo trimestre.
A dicembre il tasso di disoccupazione italiano si è attestato al 6,2%, in aumento, contro le attese (5,7%), rispetto al dato di novembre (5,9% rivisto da 5,7%).
Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,042, il dollaro/yen scende a 154,5. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+0,5%) a 75,9 dollari e il Wti (+0,4%) a 72,8 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 108 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,59%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Iveco Group (+1,6%), Campari (+1,6%), Prysmian (+1,6%), Italgas (+1,5%) mentre chiudono in coda Stmicroelectronics (-10,8%) in scia ai conti, seguita da Bper Banca (-1,4%), Banca Popolare di Sondrio (-1,0%), Nexi (-0,9%).