Seduta perlopiù negativa per le principali borse asiatiche in controtendenza alla performance positiva di ieri a Wall Street, trainata principalmente dai titoli tech.
I listini cinesi hanno ripreso gli scambi dopo una settimana di vacanza per il Capodanno lunare, con Shanghai che cede lo 0,6% e Shenzhen che guadagna lo 0,5%. Giù Hong Kong che lascia sul terreno lo 0,9%, mentre resiste il Giappone con il Nikkei a +0,1% e il Topix a +0,4%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +1,4%, l’S&P 500 a +0,7% e il Dow Jones a +0,3%.
Si fa più accesa la guerra dei dazi e controdazi tra Washington e Pechino.
Il servizio postale statunitense ha annunciato a sorpresa di non accettare più, fino a nuovo ordine, i pacchi in arrivo da Cina e Hong Kong, compresi quelli sotto gli 800 dollari, che erano esenti da dazi statunitensi, perché considerati di piccolo valore ma che hanno arricchito i giganti cinesi dell’e-commerce.
Tale mossa arriva dopo l’imposizione da parte del presidente Trump di tariffe del 10% sulle importazioni cinesi, a cui la Cina ha risposto con dazi di ritorsione sui beni statunitensi, a partire dal 10 febbraio, tra cui un’imposta del 15% su carbone e gas naturale liquefatto e del 10% su petrolio greggio, attrezzature agricole e alcuni veicoli.
Sul fronte macroeconomico, i prezzi al consumo della Corea del Sud sono aumentati del 2,2% anno su anno a gennaio, segnando la prima volta in cinque mesi che l’inflazione ha superato la soglia del 2%.
Sempre a gennaio, in Cina, il PMI dei servizi elaborato da Caixin/S&P Global è sceso a quota 51,0 punti dai 52,2 precedenti. Il valore delude le attese degli analisti che indicavano un aumento a 52,3 punti.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,040 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scivola a 153,2. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,5%) a 75,9 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 72,5 dollari.