Gli eurolistini chiudono perlopiù in rialzo mentre Wall Street procede negativa dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 37.531 punti (-0,1%). Chiudono invece in guadagno l’Ibex35 di Madrid (+1,1%), il Dax di Francoforte (+0,5%), il Ftse 100 di Londra (+0,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%).
Oltreoceano, il Dow Jones cede lo 0,6%, lo S&P500 lo 0,4% e il Nasdaq lo 0,2%.
Focus principale sull’inflazione americana: a gennaio l’indice dei prezzi al consumo ha registrato una crescita dello 0,5% su base mensile, oltre le attese (+0,3%) e rispetto al +0,4% di dicembre. Anno su anno il CPI ha registrato un +3,0%, in accelerazione contro le attese, che davano l’inflazione stabile al 2,9%.
Il core rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, ha registrato un +0,4% m/m, a fronte del +0,3% delle previsioni e del +0,2% di dicembre. Anno su anno, l’inflazione core si è attestata al +3,3%, rispetto al +3,1% delle attese e al +3,2% del mese precedente.
I dati sull’inflazione potrebbero dare ancora più peso alle dichiarazioni di ieri di Powell, il quale ha ribadito che la banca centrale non ha fretta di tagliare i tassi.
Dall’agenda odierna si rileva intanto che a dicembre la produzione industriale italiana è calata del 3,1% su base mensile, rispetto al -0,2% delle attese a fronte del +0,3% di novembre. La variazione dell’indice rispetto all’anno precedente, corretta dagli effetti di calendario, ha evidenziato una contrazione del 7,1%, dopo il -1,6% di novembre.
Oltreoceano, l’indice MBA sulle richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti ha registrato, nella settimana al 7 febbraio, un incremento del 2,3%, dopo il +2,2% della settimana precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,039, il cambio tra biglietto verde e lo yen a 154,6. Tra le materie prime, il petrolio resta in ribasso con il Brent (-1,7%) a 75,8 dollari al barile e il Wti (-1,9%) a 72,0 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 109 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,57%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Nexi (+3,8%), Banca Popolare di Sondrio (+2,1%), Iveco Group (+1,4%), Banca Mediolanum (+1,2%) mentre chiudono in coda Hera (-2,0%), seguita da A2a (-1,5%), Banca Monte Paschi Siena (-1,3%), Terna (-1,0%).