Le borse europee migliorano a metà seduta con i futures di Wall Street che viaggiano positivi.
A Milano, il Ftse Mib vira con un +0,4% a 38.558 punti, bene come il Dax di Francoforte (+1%), l’Ibex35 di Madrid (+0,6%) e il Ftse 100 di Londra (+0,3%) mentre rimane più arretrato, pur riducendo le perdite, il Cac 40 di Parigi (-0,1%).
Gli investitori restano focalizzati sulle elezioni tedesche che hanno visto la vittoria di Friedrich Merz, alla guida dell’unione Cdu-Csu, arginando le ambizioni di governo della destra anti Ue dell’Afd.
A ciò si aggiunge l’ottimismo che questi risultati potrebbero aprire la strada a un allentamento della politica fiscale in Germania e a una maggiore spesa per stimolare la crescita economica del Paese.
Sul fronte macro si rileva intanto che a febbraio, l’indice IFO, che misura la fiducia delle aziende tedesche, si è attestato a 85,2 punti, stabile rispetto al mese precedente (rivisto da 85,1 punti) ma al di sotto delle attese (85,9 punti).
Nell’Eurozona, i prezzi al consumo finali di gennaio sono stati in linea ai preliminari e alle attese. Il dato è calato dello 0,3% su base mensile ma aumentato del 2,5% su base annua. L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, ha mostrato un incremento del 2,7% su base tendenziale.
Attesi nel pomeriggio, dagli Usa, il Chicago Fed National Activity Index di gennaio e l’Attività manifatturiera della Fed di Dallas di febbraio.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,047 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 149,6. Tra le materie prime, il petrolio vira in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 74,3 dollari al barile e il Wti (+0,3%) a 70,6 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund flette a 108 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,56%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta MPS (+2,4%), seguita da Nexi (+2,1%) e Diasorin (+2%) mentre resta in coda Prysmiam (-2,9%) frenata dai rumour sul passo indietro, da parte di Microsoft, su alcuni contratti di affitto relativi alla capacità di calcolo dei data center, preceduta da Tenaris (-1,2%), Moncler e STM (entrambe -0,8%).