Seduta in forte calo per le principali borse asiatiche in scia alla chiusura in rosso di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,9 e il 2,9%, male come Hong Kong (-3,4%) e il Giappone con Nikkei a -2,9% e Topix -2%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -2,8%, l’S&P500 a -1,6% e il Dow Jones a -0,5%.
Gli economisti temono che i dazi annunciati da Trump possano danneggiare la crescita degli Stati Uniti, peggiorare l’inflazione e forse innescare recessioni in Messico e Canada. La Cina ha promesso che metterà in campo ” tutte le misure necessarie ” contro le mosse degli Usa, alimentando le preoccupazioni di un’escalation delle tensioni tra le due potenze.
Resta l’attenzione anche sui segnali provenienti dall’agenda macro e dalla politica monetaria, in attesa, oggi pomeriggio, del deflatore PCE, una misura dell’inflazione attentamente monitorata dalla Fed.
Dal calendario odierno, emerge intanto che a febbraio l’indice dei prezzi al consumo nella regione di Tokyo è aumentato del 2,2% annuo, rallentando oltre le attese (+2,3%) e rispetto al dato di gennaio (+2,5%).
Nella stessa area, lo scorso mese, la produzione industriale preliminare è calata dell’1,1% su base mensile, al di sotto delle attese (-1,0%) e del dato del mese precedente (-0,2%).
Sempre in Giappone, a gennaio, le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,9% su base annua, in linea alle attese, dopo il +3,5% di dicembre (rivisto da +3,7%). Su base mensile, il retail è cresciuto dello 0,5%, rispetto al +0,3% delle attese e del dato di dicembre (-0,8%).
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,039 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 150,0. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,8%) a 73,0 dollari al barile e il Wti (-0,9%) a 69,7 dollari.