Mercati asiatici – Guida Hong Kong, bene la Cina sostenuta dai target del governo per il 2025

Seduta in denaro per le principali borse asiatiche dopo la chiusura in rosso di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,6% e lo 0,4% mentre Hong Kong avanza del 2,9%. Più cauto il Giappone con Nikkei e Topix entrambi a +0,2%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,4%, l’S&P500 a -1,2% e il Dow Jones a -1,6%.

A sostenere il sentiment i target economici e politici per il 2025 che il governo cinese ha illustrato durante il meeting annuale delle Due sessioni.

Pechino prevede di alzare il deficit, a “circa il 4%” del Pil dal 3% dell’anno scorso, per far crescere del 5% circa il Pil del Paese anche nel 2025 nonostante la crisi persistente del settore immobiliare e la domanda interna anemica.

Intanto dagli Stati Uniti sembrano arrivare notizie di trattative fra l’amministrazione Trump e i Paesi confinanti, Messico e Canada, per abbassare i dazi appena alzati al 25%. Ricordiamo che quelli sulla Cina sono appena stati raddoppiati dal 10% al 20%. A ciò Pechino ha risposto con tariffe aggiuntive fino al 15% su alcuni prodotti statunitensi a partire dal 10 marzo e restrizioni sulle esportazioni.

Inoltre la Cina ha aumentato la spesa per la difesa del 7,2% quest’anno. In un rapporto ufficiale del governo, Pechino ha proposto un bilancio per la difesa nazionale di 1,78 trilioni di yuan (244,99 miliardi di dollari) per questo anno.

Questa decisione giunge in un momento in cui anche i governi occidentali cercano di aumentare gli investimenti militari per rafforzare la propria sicurezza.

Inoltre Pechino ha rivisto al ribasso l’obiettivo annuale di inflazione a “circa il 2%”, il dato più basso dal oltre vent’anni, che arriva dal 3% degli anni precedenti.

Sul fronte macro, a febbraio il Purchasing Managers Index (Pmi) composito cinese, elaborato da Markit/Caixin, è salito a 51,5 punti dai 51,1 di gennaio con le attese che indicavano un dato pari a 51,4 punti. L’indicatore relativo al settore dei servizi è salito a 51,4 punti dai 51,2 di gennaio e dai 51,0 punti delle attese.

In Giappone, invece, il dato finale di febbraio del PMI servizi della Jibun Bank si è attestato a 53,7 punti, al di sopra dei 53,0 punti del dato preliminare e dei 53,1 punti delle attese. L’indice composito, che comprende anche l’attività manifatturiera, si è fissato a 52,0 punti, rispetto ai 51,1 punti della rilevazione preliminare e ai 51,6 punti del consensus.

Infine, sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,067 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 149,6. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 71,1 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 68,1 dollari.