Seduta in rosso per le principali borse asiatiche in scia alla chiusura di vendite di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,2 e lo 0,5%, giù anche Hong Kong a -0,8%. Peggio il Giappone, con Nikkei a -2,3% e Topix a -1,9%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a -1%, l’S&P500 a -1,8% e il Nasdaq a -2,6%.
Dati macro in chiaroscuro per la Cina. A febbraio è aumentato il saldo della bilancia commerciale, in surplus per 170,5 miliardi di dollari rispetto all’avanzo di 104,7 miliardi precedente. Oltre le stime degli analisti che indicavano un saldo di 147,5 miliardi.
Il forte aumento è stato in parte determinato dal calo inaspettato delle importazioni del -8,4%, dopo il +1% del mese precedente e rispetto al +1% del consensus, per l’indebolimento della domanda interna.
Le esportazioni sono salite del 2,3% su base annua, dopo il +10,7% registrato a gennaio e rispetto al +5% atteso. Si tratta della crescita più debole da aprile 2024, a causa delle crescenti pressioni dei dazi Usa.
Sul fronte obbligazionario, il rendimento dei titoli di Stato trentennali del Giappone sono volati ai massimi dal 2008 all’1,529%.
Sullo sfondo, i timori degli investitori per un effetto recessivo della politica sui dazi di Trump, nonostante le concessioni momentanee (solo per le auto) del presidente americano.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,084 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 147,5. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,7%) a 69,9 dollari al barile e il Wti (+0,7%) a 66,8 dollari.