Mercati – Europa resta sottotono nel pomeriggio, Milano cede lo 0,5%

Le borse europee proseguono sottotono nella seconda metà di seduta con Wall Street poco mossa.

A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,5% a 38.601 punti, seguito dal Dax di Francoforte (-1,8%) e dal Cac 40 di Parigi (-1,2%) mentre limitano le perdite l’Ibex35 di Madrid (-0,1%) e il Ftse 100 di Londra (flat). Oltreoceano, il Dow Jones, l’S&P500 e il Nasdaq oscillano intorno alla parità.

Gli investitori stanno valutando il report sul lavoro statunitense diffuso oggi pomeriggio. Dati che hanno evidenziato, per febbraio, 151mila nuovi posti nel settore non agricolo (Non Farm Payrolls), in aumento, meno delle attese (159mila), rispetto ai 125mila di gennaio (dato rivisto da 143mila). Il tasso di disoccupazione è salito leggermente al 4,1%, a fronte di un 4% sia del mese precedente sia del consensus.

Sempre dall’agenda macro, ma nel Vecchio Continente, il Pil finale dell’Eurozona del quarto trimestre 2024 ha evidenziato un +0,2% su base trimestrale, leggermente al di sopra del +0,1% delle attese e della seconda lettura preliminare. Su base annua, la crescita è stata dell’1,2%, anch’essa superiore alla seconda stima preliminare e al consensus, entrambi a +0,9%.

Lo sguardo si sposterà ora sugli interventi di una serie di funzionari della Fed, tra i quali quello del presidente Powell alle 18.30, mentre gli operatori continuano a scontare l’ipotesi di tre tagli da 25 punti base entro fine anno da parte dell’istituto Usa.

Il tutto in un clima di incertezza legato anche alle decisioni di Trump, ai tentativi di pace in Ucraina e ai piani di riarmo europeo.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,085 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 147,7. Tra le materie prime, accelera ancora il petrolio con il Brent (+2,7%) a 71,3 dollari al barile e il Wti (+2,7%) a 68,1 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala a 106 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,88%.

Tornando a Piazza Affari, sale in vetta Telecom Italia (+3,9%) con l’attenzione su un possibile riassetto nell’azionariato, seguita da Eni (+2,8%) in scia all’accordo con il Regno Unito per la ricerca e sviluppo nel campo dell’energia da fusione, ed Hera (+2,7%); scivola in coda Campari (-3,9%), preceduta da Cucinelli (-3,3%) e Leonardo (-3,2%).