Gli eurolistini chiudono perlopiù in ribasso mentre Wall Street procede negativa dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 38.000 punti (-0,8%) in calo come il CAC 40 di Parigi (-0,6%), il DAX di Francoforte (-0,4%). Chiudono sopra la pari l’Ibex 35 di Madrid (+0,4%) e il Ftse 100 di Londra (+0,1%)
Oltreoceano, il Nasdaq cede l’1,8%, lo S&P 500 l’1,3% e il Dow Jones l’1,2%.
Persistono i timori di escalation della guerra commerciale dopo che Trump ha preannunciato ritorsioni alle contromisure decise dell’Unione europea, affermando che se l’Unione Europea imporrà un dazio del 50% sul whisky, gli Usa «imporranno una tariffa del 200% su tutti i vini, champagne e altri prodotti alcolici provenienti dalla Francia e da altri Paesi europei», ha detto Trump.
Inoltre, il Canada ha comunicato nuove tariffe del 25% su circa 20,8 miliardi di dollari di prodotti realizzati negli Stati Uniti, tra cui acciaio e alluminio, come reazione ai dazi Usa su queste due materie prime.
Focus principale sugli ultimi dati macroeconomici: a febbraio l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) negli Stati Uniti ha registrato una variazione nulla su base mensile, sotto le attese (+0,3%) e rispetto al +0,6% di gennaio. Su base annua, l’indicatore è salito del 3,2%, meno del consensus (+3,3%) e al di sotto del +3,7% del mese precedente.
L’indice Core, che esclude elementi volatili quali energetici e alimentari, ha registrato un -0,1% su base mensile, a fronte del +0,3% stimato e dopo il +0,5% di gennaio. Anno su anno, l’indicatore core ha segnato un incremento del 3,4%, inferiore rispetto a +3,6% atteso e al +3,8% del mese precedente.
Sul fronte lavoro, nella settimana all’8 marzo le nuove richieste di disoccupazione negli Stati Uniti sono state 220mila, al di sotto delle attese (225mila) e delle 222mila della settimana precedente.
Nel vecchio continente, a gennaio la produzione industriale dell’Eurozona è aumentata dello 0,8% su base mensile, migliorando, oltre le attese (+0,5%), rispetto al -0,4% di dicembre. Su base annua, l’indice si è attestato sulla parità, recuperando, più del consensus (-0,9%), dal precedente -1,5%.
Sul Forex, l’euro/dollaro scende a 1,087, il dollaro/yen a 147,6. Tra le materie prime, in ribasso le quotazioni del greggio, con il Brent (-1,4%) a 70,0 dollari e il Wti (-1,5%) a 66,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 108 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,94%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Nexi (+2,2%), Telecom Italia (+2,2%), Banca Monte Paschi Siena (+1,9%), Hera (+1,4%) mentre chiudono in coda Campari (-4,3%) seguita da Saipem (-3,4%), Moncler (-2,8%), Stmicroelectronics (-2,6%).