Seduta in denaro per le principali borse asiatiche, in scia alla chiusura positiva di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,2 e lo 0,1%, fanno meglio Hong Kong (+0,7%) e il Giappone con il Nikkei (+1%) e il Topix (+1,2%).
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a +1,7%, l’S&P 500 a +2,1% e il Nasdaq a +2,6%.
Il sentiment beneficia dei dati macro e dei segnali del governo cinese per stimolare la domanda interna.
Dalla agenda macro è emerso che a febbraio le vendite al dettaglio in Cina sono aumentate del 4,0% annuo, al di sopra delle attese (+3,8%) e del dato di dicembre (+3,7%).
Sempre a febbraio in Cina la produzione industriale è salita del 5,9% su base annua, in rallentamento meno delle attese (5,3%), dopo il +6,2% di dicembre.
Il governo cinese ha annunciato domenica un piano per rilanciare la domanda interna, per fare fronte alla scarsa fiducia dei consumatori e alle pressioni deflazionistiche nella seconda economia mondiale colpita dai dazi statunitensi.
Il piano, delineato dal Consiglio di Stato, intende aumentare i redditi, stabilizzare i mercati immobiliare e azionario e migliorare i servizi sanitari e pensionistici. Al momento tuttavia non sono stati resi noti dettagli sulla spesa pubblica prevista.
Sullo sfondo il conflitto in Ucraina, con il presidente americano Trump che ha detto di avere intenzione di parlare con il suo omologo russo Putin domani 18 marzo per discutere della fine della guerra.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,087 mentre il cambio dollaro/yen a sale a 148,9. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,8%) a 71,1 dollari al barile e il Wti (+0,8%) a 67,5 dollari al barile.