Wall Street apre la settimana positiva mettendo a segno il secondo rimbalzo consecutivo dopo un inizio anno molto turbolento, con l’incertezza che ha pervaso i mercati mondiali a causa delle politiche commerciali di Donald Trump.
Così l’S&P 500 ha chiuso a +0,64%, il Nasdaq a +0,31% e il Dow Jones a +0,85%.
Questo spiraglio di luce però non ha allontanato i timori sul futuro e sulle conseguenze della guerra dei dazi scatenata dal presidente americano.
Uno degli appuntamenti chiave della settimana è il meeting Fed che si terrà oggi e domani e da cui potrebbero giungere indicazioni importanti sullo stato di salute dell’economia americana.
Nell’ultimo meeting di fine gennaio la Fed si è trovata in una situazione stabile, con il mercato del lavoro solido e la spinta di un 2024 molto positivo.
Nelle ultime sette settimane però la situazione è cambiata e la Banca Centrale si troverà ad affrontare un’inflazione in crescita e una fiducia dei consumatori in declino. Dati che sono destinati a peggiorare se le politiche della Casa Bianca non dovessero cambiare.
L’insieme di questi due elementi è definita dai banchieri centrali “stagflation”, un termine coniato dal politico inglese Iain Macleod negli anni ’60, e che presenta per sua natura un dilemma: le misure per fermare l’inflazione possono danneggiare il mercato del lavoro e le politiche per ridurre la disoccupazione possono accelerare l’inflazione.
Nessuno tra gli operatori si aspetta che la Fed tagli i tassi di interesse, ma l’attenzione sarà tutta rivolta alla conferenza stampa del presidente Jerome Powell alla ricerca di spunti sulle mosse future.
Tornando all’azionario balza ancora Intel (+6,8%) che continua a beneficiare del cambio al vertice dopo la nomina a Ceo di Lip-Bu Tan.
Seduta solida per PepsiCo (+1,9%) dopo aver anunciato l’acquisizione per 1,65 miliardi di dollari di Poppi, brand di bevande probiotiche.
Queste performance hanno aiutato a bilanciare l’ennesimo crollo di Tesla (-4,8%). Il produttore di auto elettriche sta soffrendo l’esposizione mediatica di Elon Musk dovuta alle politiche attuate dal Doge, un dipartimento nato su iniziativa di Trump per tagliare le spese pubbliche guidato proprio da Elon Musk.
Passando alle materie prime il Brent ha chiuso ieri a +0,69% a 71,07 dollari al barile. Andamento simile anche per il Wti a +0,69% a 67,37 dollari al barile.
Tra i metalli preziosi l’oro ha chiuso l’ultima seduta a +0,17% a 3006,1 dollari l’oncia. Poco sotto la parità l’argento a -0,36% a 34,31 dollari l’oncia.
Infine questa mattina sul Forex l’euro/dollaro è poco mosso a 1,09 e il dollaro/yen in crescita a 149,87.