Mercati asiatici – Prevalgono i rialzi nonostante oltre 50 aziende cinesi messe in black list Usa

Seduta prevalentemente positiva per le principali borse asiatiche dopo la chiusura perlopiù in frazionale rialzo di ieri a Wall Street.

In Giappone, Nikkei a +0,7% e Topix +0,6%, bene come Hong Kong (+0,7%). Più caute Shanghai (flat) e Shenzhen (-0,1%).

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +0,5%, l’S&P 500 a +0,2% e il Dow Jones in parità.

Resta l’attenzione sulle questioni internazionali dopo gli Stati Uniti hanno inserito oltre 50 aziende cinesi in una blacklist legata alle esportazioni, con l’obiettivo di rallentare la avanzata di Pechino nell’intelligenza artificiale.

Occhi allo stesso tempo sul “Liberation Day ” del 2 aprile, quando Trump svelerà le cosiddette tariffe reciproche, finalizzate a punire le imposte e le barriere attuate dagli altri paesi, compresi gli alleati di lunga data degli Stati Uniti.

Tuttavia, sebbene prevalga l’aspettativa che la mossa sarà più “soft” e più mirata di quanto temuto in precedenza, persiste il pessimismo negli Usa con il peggior dato sulla fiducia dei consumatori in 12 anni, ben al di sotto degli 80 punti, che generalmente è il segnale per un imminente recessione.

Focus infine sulla politica monetaria dopo che il governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, ha dichiarato al parlamento che continuerà ad alzare i tassi se le proiezioni economiche si concretizzeranno.

Sul fronte macro, a gennaio, il Leading Index finale giapponese si è attestato a 108,3 punti, confermando il preliminare ma leggermente sopra le attese (108,0 punti).

Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,079 mentre il cambio dollaro/yen sale a 150,5. Tra le materie prime, petrolio in leggero rialzo con il Brent (+0,2%) a 72,5 dollari al barile e il Wti (+0,2%) a 69,1 dollari al barile.