Wall Street aggiunge un timido guadagno e chiude il terzo giorno di fila in positivo nella speranza che Donald Trump possa ammorbidire la sua politica commerciale e ritardare l’entrata in vigore dei dazi previsti per il 2 aprile.
L’S&P 500 ha chiuso così a +0,16%, il Nasdaq a +0,46% e il Dow Jones a +0,01%.
Secondo alcuni analisti però Wall Street sta sottovalutando i rischi della deadline di inizio aprile. A pesare sull’andamento dei prezzi infatti non saranno solo i dazi, ma anche il valore delle valute messicana e canadese che non è sceso nell’ultimo mese.
Inoltre anche se l’impatto dei dazi non dovesse essere elevato quanto atteso lo tsunami scatenato dalla guerra commerciale ha già minato la fiducia di consumatori e imprese.
Dato dimostrato anche da un report pubblicato ieri che mostra come il pessimismo negli States stia avanzando con il peggior dato sulla fiducia dei consumatori in 12 anni, ben al di sotto degli 80 punti, che generalmente è il segnale per un imminente recessione.
Sullo sfondo restano le tensioni tra Usa e Europa dopo la pubblicazione di chat del governo americano con il vicepresidente JD Vance che ha definito il vecchio continente un prassita aggiungendo “odio salvare l’Europa”.
Il contesto è quello della pianificazione dell’attacco del 15 marzo agli Houti, che dall’anno scorso tengono in scacco il Mar Rosso, passaggio chiave del commercio globale. Nella chat dei vertici del governo americano è stato aggiunto per errore il direttore dell’Atlantic Jeffrey Goldberg, che ha poi diffuso parte delle conversazioni in un editoriale uscito ieri.
Tornando all’azionario scatto di Trump Media & Tech Group (+8,9%) dopo aver comunicato di aver raggiunto un accordo con Crypto.com per offrire fondi di investimento “America-First”.
I fondi di investimento conterranno bitcoin e altri asset digitali, insieme a ciò che Trump Media ha definito “titoli del made Made in Usa su diversi settori come l’energia”. Crypto.com fornirà la tecnologia per l’infrastruttura e per le criptovalute e gli ETF, che opereranno sotto il marchio Truth.Fi il social network del presidente degli Stati Uniti.
Tra gli altri importanti rialzi abbiamo Tesla (+3,4%) che comunque resta ampiamente in rosso nella performance da inizio anno con un -29%.
A pesare sul titolo sono stati da un lato il crollo delle vendite in Europa e l’avanzata dell’elettrico cinese e dall’altro l’esposizione mediatica di Elon Musk in vece di responsabile del Doge, l’organizzazione governativa responsabile dei tagli alle spese statali.
Nel settore delle costruzioni KB Home è crollata del 5,2% dopo aver pubblicato risultati per l’ultimo quarto 2025 inferiori alle attese. A pesare sul comparto sono sopratutto i timori dovuti all’aumento dei dazi che incrementeranno i costi per i consumatori finali.
Passando alle materie prime il Brent ha chiuso a +0,03% a 72,39 dollari al barile. Appena sotto la parità invece il Wti a -0,16% a 69 dollari al barile.
Tra i metalli preziosi l’oro ha chiuso a +0,34% a 3054.3 dollari l’oncia, portando la performance da inizio anno a +15,76%. Fa meglio l’argento a +2,2% a 34,19 dollari l’oncia con i rialzi del 2025 a +17,08%.
Infine sul forex l’euro/dollaro è poco mosso a 1,078 e il dollaro/yen sale a 150,53.