USA – Wall Street crolla venerdi, timori per l’economia in declino e l’inflazione

Wall Street chiude in rosso anche la seduta di venerdì (per il terzo giorno consecutivo di cali) mentre si rafforzano i timori di un mix esplosivo tra il peggioramento dell’inflazione e il declino dell’economia causato dalla sfiducia dei consumatori americani, che preferiscono non spendere spaventati dalla guerra commerciale globale.

L’S&P 500 ha chiuso così a -1,97%, il Nasdaq a -2,7% e il Dow Jones a -1,69%.

Una delle paure più grandi a Wall Street in questo momento è che l’escalation della guerra commerciale possa portare le famiglie americane a bloccare le porprie spese, anche se alla fine i dazi dovessero essere meno rilevanti di quanto anticipato dal presidente americano.

“Se l’inquilino della Casa Bianca non dovesse fare dei passi indietro sulle politiche commerciali l’impatto sulle aziende americane e sui cittadini sarà importante” aveva scritto su una nota giovedì UBS.

Parole che hanno anticipato il report di venerdì sui consumatori e che ha evidenziato come stiano diventando sempre più pessimisti.

Due cittadini su tre si aspettano che la disoccupazione si faccia più rampante nel corso dei prossimi 12 mesi, un dato che è il peggiore dal 2009 e che mette sotto la lente uno dei punti di forza e di resilienza dell’ecomia a stelle e strisce.

Sempre venerdì è uscito il report sull’inflazione che la Fed usa per valutare le mosse sui tassi di interesse e che ha mostrato come l’aumento dei prezzi nell’ultimo mese sia stato peggiore di quanto atteso dagli analisti.

Lo studio ha spiegato inoltre come l’andamento degli stipendi, che esclude gli aiuti statali, si sia congelato negli ultimi tre mesi, confermando che in questo momento le famiglie americane si trovano in una posizione svantaggiosa per assorbire un eventuale inasprimento della guerra commerciale.

Dati che si sono riversati in prima istanza sul settore retail. Lululemon Athletica, leader nel settore dell’abbigliamento sportivo, è crolata del 14,2% nonostante risultati per l’ultimo trimestre 2024 superiori alle attese. Nel comunicato ha infatti sottolineato come i ricavi per l’anno in corso possano rallentare a causa del comportamento dei consumatori.

Simili le ragioni per il calo di Oxford Industries, la società proprietaria dei brand Tommy Bahama e Lilly Pulitzer, che nonostante risultati per il 4Q 24 superiori alle attese ha visto il titolo crollare del 5,7%, con il Ceo Tom Chubb che ha spiegato come la domanda sia calata già nel mese di gennaio per poi peggiorare a febbraio.

Importanti cali si sono registrati anche per la compagnia aerea Delta Air Lines (-5%), il proprietario di casinò e hotel Caesar Entertainment (-5%) e la catena di ristoranti Domino’s Pizza (-5,1%).

Ma la zavorra maggiore per il mercato sono state le big tech, che con la loro capitalizzazione possono da sole decidere la sorte di Wall Street.

Apple ha chiuso la seduta di venerdì a -2,66%, Nvidia e -1,58%, Microsoft a -3,02%, Alphabet a -4,89% e Amazon a -4,29%.

Passando alle materie prime il Brent ha chiuso a -0,79% a 72,76 dollari al barile. Andamento simile per il Wti a -0,8% a 69,36 dollari al barile.

Tra i metalli preziosi l’oro ha chiuso a +1,16% a 3126,8 dollari l’oncia. In calo l’argento a -0,29% a 34,98 dollari l’oncia

Infine sul forex l’euro/dollaro è poco mosso a 1,084 e il dollaro/yen scende a 148,99.