Si intensifica la raffica di vendite sulle Borse europee in linea all’andamento di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib cede il 7,2% scivolando sotto quota 35mila punti (34.393), preceduto dall’Ibex35 di Madrid (-6,6%), il Dax di Francoforte (-4,9%), il Ftse 100 di Londra (-4,9%) e il Cac 40 di Parigi (-4,4%). Oltreoceano, il Nasdaq crolla del 4,1%, l’S&P500 del 3,9% e il Dow Jones del 3,3%.
Mentre i listini del Vecchio Continente si preparano a concludere la peggior settimana dal 2022 con Piazza Affari arrivata a perdere anche oltre il 7,5%, con un calo paragonabile a quello registrato nel giorno dell’attacco alle Torri Gemelle l’11 settembre 2001, gli investitori continuano a guardare con forte preoccupazione l’escalation della guerra commerciale e al conseguente impatto sull’economia globale.
Nel frattempo, è arrivata dalla Cina la risposta anti dazi Usa con la decisione di applicare tariffe del 34% su tutte le merci importate dagli Stati Uniti a partire dal 10 aprile.
L’aggravarsi delle tensioni commerciali sta intanto modificando anche le aspettative sui tassi con la Fed che potrebbe tagliare il costo del denaro a partire già da maggio con un’ipotesi di cinque riduzioni nel 2025.
In attesa di ulteriori indicazioni dal discorso odierno di Powell, il job report di marzo ha visto la creazione di 228mila posti di lavoro nel settore non agricolo (Non Farm Payrolls), balzati, oltre le attese (137mila), dai 117mila di febbraio (dato rivisto da 151mila). Il tasso di disoccupazione è salito leggermente al 4,2%, a fronte del 4,1% sia del mese precedente sia del consensus.
A livello europeo, a febbraio, le vendite al dettaglio italiane sono migliorate, meno delle attese (+0,2%), a +0,1% su base mensile dopo il -0,4% di gennaio. Su base annua, sono diminuite dell’1,5%, rallentando rispetto al +0,9% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,101 e il cambio dollaro/yen a 145,4. Tra le materie prime, si intensificano ancora le vendite sul petrolio con il Brent (-7,5%) a 64,9 dollari al barile e il Wti (-8,3%) a 61,4 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-bund sale a 122 punti con il rendimento sul decennale italiano al 3,74%, in attesa, in serata, del giudizio di Fitch, ora a BBB con outlook positivo.
Tornando a Piazza Affari, resistono solo Diasorin (+2%) e Amplifon (+0,3%) mentre le vendite colpiscono soprattutto Azimut (-12,5%), MPS (-12,4%), Leonardo e Bper (-11,7%).