Altra seduta da dimenticare per le principali borse asiatiche dopo il nuovo tonfo di venerdì a Wall Street.
Shanghai, Shenzhen e Hong Kong, in riapertura dopo le festività, crollano rispettivamente del 9%, 9,9% e 12,9%. In profondo rosso anche il Giappone con Nikkei -7,7% e Topix a -6,6%.
Oltreoceano, l’S&P 500 ha terminato a -6%, il Nasdaq a -5,8% e il Dow Jones a -5,5%.
Sul sentiment continuano a pesare i timori legati alla guerra commerciale con la Cina che ha reagito attraverso tariffe di ritorsione del 34% sui beni statunitensi e Trump che non intende arretrare dalla propria posizione sui dazi.
Le autorità di Pechino hanno intanto promesso nel weekend azioni decisive per difendere l’economia cinese ovvero “misure risolute” per salvaguardare la sovranità, la sicurezza e altri interessi del Paese.
Allo stesso tempo, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha affermato che si recherà negli Stati Uniti il prima possibile per proporre a Trump un accordo di vasta portata sui dazi.
Resta infine l’attenzione sulla politica monetaria con i mercati che stanno scontando più di quattro tagli da 25 punti base da parte della Fed entro la fine dell’anno rispetto ai tre stimati il 1° aprile, il giorno precedente gli annunci di Trump.
Dal lato macro, a febbraio, il Leading Index preliminare si è attestato a 107.9 punti, leggermente superiore ai 107.8 punti del consensus ma sotto i 108.2 punti di gennaio (dato rivisto da 108.3 punti).
Sul forex, l’euro/dollaro corre a 1,10 mentre il cambio dollaro/yen crolla a 145,7. Tra le materie prime, petrolio in rosso con il Brent (-2,6%) a 63,9 dollari al barile e il Wti (-2,7%) a 60,3 dollari al barile.