USA – Wall Street crolla ancora dopo il contrattacco di Trump alla Cina, dazi al 104%

Wall Street vive un’altra seduta sulle montagne russe con gli indici principali che tentano il rimbalzo in mattinata ma si abissano nella seconda parte della giornata dopo che il presidente americano Donald Trump annuncia la risposta ai controdazi cinesi portando l’imposta sui prodotti proveniente dal gigante asiatico al 104%.

L’S&P 500 (dopo aver toccato il +4,1%) chiude così a -1,57%, il Nasdaq a -2,15% e il Dow Jones a -0,84%.

La domanda centrale che si fanno gli economisti è quanto a lungo Donald Trump terrà il pugno di ferro con i paesi più colpiti dai dazi e da cui anche le aziende americane dipendono.

Se dovessero durare a lungo una recessione è quasi certa ma se la Casa Bianca dovesse negoziare velocemente lo scenario peggiore potrebbe essere evitato.

La speranza di trattative è stato il driver principale dei guadagni della mattinata che però sono stati colpiti dalla doccia fredda di dazi al 104% alla Cina.

La guerra commerciale scatenata da Trump è una sfida aperta al modello di globalizzazione che ha scolpito il mondo negli ultimi decenni che ha permesso ai paesi di specializzarsi su specifiche filieri e ha generato ricchezza in quei paesi che hanno saputo adattarsi al suo modello.

Il tentativo americano è quello di riportare la produzione sul proprio territorio, ma la presidenza sembra ignorare le tempistiche di questo processo e le conseguenze su breve e medio periodo sia per le aziende sia per i cittadini.

Tornando all’azionario le aziende più colpite sono state quelle con filiere che toccano diversi paesi al mondo.

Ralph Lauren è affondata del 5,6%; l’anno scorso ha prodotto circa il 15% dei propri beni in Cina.

Best Buy, sebbene non produca direttamente in Cina, dipende dal gigante asiatico per la fornitura di prodotti elettronici stimati per il 55% delle importazioni. Il titolo della catena di negozi è crollato ieri dell’8,3%.

L’unico settore che ha chiuso in positivo è stato quello assicurativo sanitario dopo che il CMS (Center for Medicare and Medicaid Services) ha annunciato che per il prossimo anno si aspetta un aumento dei piani assicurativi “Medicare Advantage”.

A beneficiarne maggiormente sono state le principale compagnia assicurative che trattano questo tipo di piani (che garantiscono guadagni maggiori). Humana ha chiuso a +10,7% e United Healthcare, salita all’onore delle cronache per l’uccisione del suo Ceo a dicembre scorso, a +5,4%.

Passando alle materie prime quarta seduta conescutiva di vendite per il Brent a -2,16% a 62,82 dollari al barile. In rosso anche il Wti a -5,11% a 57,6 dollari al barile.

Tra i metalli preziosi l’oro rimbalza e chiude a +0,6% a 2991,3 dollari l’oncia. Ancora in calo invece l’argento a -0,44% a 29,47 dollari l’oncia.

Infine sul forex si indebolisce la valuta americana con l’euro/dollaro che sale a 1,103 e il dollaro/yen in calo a 145,31.