Mercati asiatici – Seduta in spolvero trainata dal Giappone

Seduta in spolvero per le principali borse asiatiche dopo la chiusura in corsa di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente l’1,2 e il 3,1%; bene anche Hong Kong a +2,9%. Corre il Giappone con Nikkei a +8,6% e Topix a +8,9%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +12,2%, l’S&P500 a +9,5% e il Dow Jones a +7,9%.

I listini asiatici, e soprattutto quelli giapponesi, beneficiano dell’annuncio del presidente degli Stati Uniti di uno stop di 90 giorni ai dazi reciproci ai Paesi che hanno manifestato l’intenzione di negoziare, mantenendo, però, per tutti un dazio base del 10%.

Fa eccezione la Cina, per la quale Trump ha alzato i dazi fino al 125% dopo che Pechino ha annunciato, a sua volta, contro-dazi dell’84% sull’import statunitense.

Deboli i dati macro provenienti dal paese asiatico: L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è sceso dello 0,1% su base annua a marzo 2025, deludendo le attese del mercato che prevedevano un aumento dello 0,1%, tuttavia, il calo è stato più contenuto rispetto al -0,7% registrato a febbraio. L’inflazione core (esclusi alimentari ed energia) è aumentata dello 0,5% a marzo, in netto miglioramento rispetto al calo dello 0,1% di febbraio. Su base mensile, l’indice Cpi è sceso dello 0,4%, contro un -0,2% del mese precedente.

Sempre in Cina i prezzi alla produzione (PPI) sono diminuiti del 2,5% su base annua a marzo 2025, un calo superiore alle attese del mercato (-2,3%) e alla flessione del 2,2% di febbraio.

Segnali che hanno portato Goldman Sachs ha rivedere al ribasso le previsioni di crescita del Pil cinese, dal 4,5% al 4% per il 2025 e dal 4,0% al 3,5% per il 2026, citando gli effetti negativi dei dazi. Pechino invece si attende un crescita del Paese nel 2025 di circa il 5%.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,098 mentre il cambio dollaro/yen scende a 146,9. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,7%) a 65 dollari al barile e il Wti (-0,6%) a 62 dollari al barile.