Atteso boom di acquisti in avvio per le principali borse europee.
Chiusura ieri in volata a Wall Street con il Nasdaq a +12,2%, l’S&P500 a +9,5% e il Dow Jones a +7,9%.
Sui mercati asiatici, Tokyo è balzata del 9%, Hong Kong viaggia a +2,9% e Shanghai a +1,2%.
I mercati accolgono con ottimismo l’annuncio a sorpresa, di ieri sera, da parte di Trump che ha deciso di sospendere immediatamente per tre mesi, nel giorno della loro entrata in vigore, i dazi reciproci ai Paesi che hanno manifestato l’intenzione di negoziare, lasciando però per tutti la tariffa base del 10%.
Punita invece la Cina per aver reagito, contro cui scattano dazi sino al 125% dopo che il gigante asiatico aveva annunciato, a sua volta, tariffe dell’84% contro gli Stati Uniti entrate in vigore poco dopo le 12 locali (le 6 in Italia).
Occhi allo stesso tempo sulla politica monetaria all’indomani della pubblicazione dei verbali della Fed relativi alla meeting del 18-19 marzo. Documento dal quale emerge che tutti i partecipanti hanno concordato nel lasciare i tassi invariati, considerata l’incertezza dell’outlook, e che quasi tutti i funzionari vedevano rischi tendenti al rialzo per l’inflazione e tendenti al ribasso per l’occupazione.
Sul fronte macro, in Cina, a marzo, i prezzi alla produzione sono calati su base tendenziale del 2,5%, dopo il -2,2% di febbraio e rispetto al -2,0% del consensus. Nello stesso mese, i prezzi al consumo sono calati dello 0,1% su base annua, rispetto alla variazione nulla delle attese e al -0,7% di febbraio.
Sempre a marzo, l’indice dei prezzi alla produzione giapponese ha riportato un +0,4% su base mensile, al di sopra delle attese (+0,2%) e rispetto al mese precedente pari a +0,2% (dato rivisto da +0,0%). Su base annuale, l’indice ha registrato un incremento del 4,2%, al di sopra delle attese (+3,9%) e rispetto al mese precedente (+4,1%, rivisto da +4,0%).
Attesi stamane, in Italia, la produzione industriale di febbraio e, nel pomeriggio, negli USA, i prezzi al consumo di marzo e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.
A Piazza Affari, riflettori su Banco BPM che, sulla base dei risultati definitivi dell’OPA promossa su Anima, ha raggiunto l’89,949% del capitale di quest’ultima, senza tuttavia superare la soglia che fa scattare l’ulteriore obbligo d’acquisto e non ci sarà quindi al momento la revoca dalla quotazione.