Gli eurolistini chiudono perlopiù in ribasso mentre Wall Street procede positiva dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 34.028 punti (-0,7%) in calo il DAX di Francoforte (-0,9%), il CAC 40 di Parigi (-0,3%). Chiude sopra la pari il Ftse 100 di Londra (+0,6%) e invariato l’Ibex 35 di Madrid.
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,5%, lo S&P 500 lo 0,3% e il Dow Jones lo 0,1%.
Prosegue l’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con quest’ultima che ha deciso di alzare, a partire da domani 12 aprile, i dazi sui prodotti americani dall’84% al 125%.
Inoltre, il presidente cinese Xi Jinping ha invitato l’Unione Europea a “resistere insieme” di fronte alla guerra commerciale di Trump, aggiungendo che “non ci sono vincitori nella guerra dei dazi e opporsi al mondo alla fine porta all’autoisolamento”.
Tra le altre dichiarazioni, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha affermato che l’Ue è pronta a introdurre “una tassa sui ricavi pubblicitari digitali” che colpirebbe le Big Tech, se dovessero fallire i negoziati con Trump per raggiungere un’intesa commerciale.
Sul fronte macro, il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha reso noto che a marzo l’indice grezzo dei prezzi alla produzione (PPI) ha rallentato, contro le attese (+0,2%), a -0,4% mese su mese dal +0,1% di febbraio. Su base annua, l’indicatore è salito del 2,7%, meno rispetto al consensus (+3,3%) e al +3,2% del mese precedente.
L’indice Core, che esclude elementi volatili quali energetici e alimentari, ha registrato un -0,1% su base mensile, a fronte del +0,3% stimato e del +0,1% di febbraio. Anno su anno, l’indicatore core ha segnato un incremento del 3,3%, inferiore rispetto al +3,6% atteso e al +3,5% del mese precedente.
Nel vecchio continente, in Germania a marzo, i prezzi al consumo finali hanno registrato un incremento dello 0,3% su base mensile, confermando preliminare e attese. Su base annua, l’indice ha registrato un progresso del 2,2%, al pari del preliminare e del consensus. Il tasso di inflazione armonizzato agli standard Ue è aumentato dello 0,4% su base mensile, in linea con il preliminare e le attese, e una crescita del 2,3% su base annua, confermando preliminare e attese.
A febbraio, il PIL del Regno Unito è salito dello 0,5% su base mensile, rispetto al +0,1% delle attese e alla variazione nulla del mese precedente. Su base annua, il dato ha evidenziato un incremento dell’1,4%, in accelerazione contro le attese (+0,9%) rispetto al +1,2% di gennaio.
Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,133, il dollaro/yen scende a 143,6. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+0,8%) a 63,9 dollari e il Wti (+0,9%) a 60,6 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 126 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,80%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Stmicroelectronics (+3,9%), Diasorin (+3,2%), Hera (+2,0%), Recordati (+1,7%) mentre chiudono in coda Stellantis (-3,8%) seguita da Generali (-3,5%), Azimut (-1,9%), Ferrari (-1,9%).