Mercati – Chiusura perlopiù positiva per gli eurolistini, Milano +0,6%

Gli eurolistini chiudono perlopiù in rialzo mentre Wall Street procede negativa dopo le prime ore di contrattazioni.

A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 36.068 punti (+0,6%) in guadagno come l’Ibex 35 di Madrid (+0,4%), il Ftse 100 di Londra (+0,3%), il DAX di Francoforte (+0,2%). Chiude sotto la pari il CAC 40 di Parigi (-0,1%).

Oltreoceano, il Nasdaq cede il 2,0%, lo S&P 500 l’1,2% e il Dow Jones lo 0,4%.

Sentiment condizionato dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, all’indomani dell’annuncio di nuove restrizioni del governo Usa sulle esportazioni di Nvidia di chip in Cina. Nvidia prevede oneri per 5,5 miliardi di dollari a causa delle nuove restrizioni.

Nuove indicazioni dovrebbe poi giungere stasera da un nuovo intervento del presidente della Fed, Jerome Powell.

L’attenzione è poi rivolta all’agenda macroeconomica, con gli investitori intenti a monitorare lo stato di salute della prima economia mondiale e le prossime mosse della Fed: a marzo le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dell’1,4% su base mensile, oltre le attese (+1,3%) e in accelerazione rispetto al +0,2% del mese precedente.

Nella settimana all’11 aprile l’indice Mba, che misura le nuove richieste di ipoteche negli Stati Uniti, è calato dell’8,5%, dopo il +20% della settimana precedente.

A marzo il dato sulla produzione industriale negli Stati Uniti è calato dello 0,3% su base mensile, leggermente più del consensus (-0,2%), dal +0,8% di febbraio. Su base annua, il dato mostra un incremento dell’1,3%, a fronte del +1,5% del mese precedente. Sempre a marzo, la produzione manifatturiera ha rallentato, in linea alle attese, a +0,3% su base mensile, da +1% di febbraio.

Sempre nello stesso mese l’inflazione dell’Eurozona ha segnano un +2,2% su base tendenziale, confermando il livello preliminare, e si confronta con il +2,3% del mese precedente. Su base mensile, la variazione è del +0,6%, a fronte del +0,6% del preliminare e +0,4% del mese precedente. L’inflazione core, al netto delle componenti più volatili quali cibi freschi, energia, alcool e tabacco, segna una crescita del 2,4% su base annua, in linea con la stima preliminare, contro il 2,6% del mese precedente. La variazione mensile si attesta a +1%, uguale alla stima iniziale, dopo il +0,5% del mese precedente.

Secondo la lettura finale, a marzo, in Italia, l’indice armonizzato UE dei prezzi al consumo (IPCA) è aumentato dell’1,6% su base mensile e del 2,1% anno su anno, in linea alle attese e ai preliminari. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha rallentato leggermente a +0,3% su base mensile e a +1,9% a/a a fronte di preliminari e stime rispettivamente a +0,4% e +2%.

Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,138, il dollaro/yen scende a 142,6. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+1,7%) a 65,8 dollari e il Wti (+1,9%) a 62,5 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 119 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,69%.

Tornando a Piazza Affari, guidano Campari (+2,9%), Snam (+2,4%), Inwit (+2,0%), Unicredit (+2,0%) mentre chiudono in coda Buzzi (-4,6%) seguita da Iveco (-3,9%), Leonardo (-2,5%), Interpump (-2,3%).