In un’intervista a Market Insight il Presidente esecutivo del Gruppo Hera, l’Ingegnere Cristian Fabbri, ha offerto un’analisi sui principali elementi che hanno trainato gli ottimi risultati dell’esercizio 2024, primo importante tassello del Piano Industriale al 2028, approvato lo scorso gennaio.
“In un anno caratterizzato da una situazione internazionale ancora instabile, da una persistente volatilità dei prezzi delle commodities dovuta principalmente alle tensioni geopolitiche, e da alcuni fenomeni meteoclimatici estremi, il Gruppo Hera ha chiuso l’esercizio 2024 con risultati molto apprezzabili, che confermano la capacità della multiutility di proseguire nel proprio percorso di creazione di valore ambientalmente sostenibile”, esordisce il Presidente.
“L’incremento dei principali indicatori economico-finanziari e il continuo miglioramento del rendimento sul capitale investito, con un ROI che sale al 10,4% e un rendimento per gli azionisti (TSR) che supera il 35%, sono chiari segnali della solidità del nostro modello industriale”.
Il 2024, infatti, si è contraddistinto per una solida crescita dall’Ebitda fino all’ultima riga del Conto Economico.

Il margine operativo lordo ha messo a segno un progresso del 6,2% a 1.587,6 milioni, confermando pertanto i dati preliminari che lo indicavano superiore a 1,55 miliardi.
“Un risultato ancora più significativo se si considera la natura soprattutto organica e strutturale di tale crescita, ottenuta peraltro a fronte della normalizzazione dei prezzi energetici, che si è riflessa in una contrazione del 16,2% dei ricavi, nonostante l’esaurirsi degli incentivi dell’Ecobonus 110%”.
“A riprova della validità della nostra impostazione multi-utility – prosegue Fabbri – l’incremento di oltre 92 milioni conseguito a livello di EBITDA è stato ottenuto grazie al contributo di tutte le aree di attività operative del portafoglio di Hera”.
Determinante è stato il contributo della filiera delle Reti, il cui MOL ha registrato un aumento dell’11,4% a 519 milioni, che ha “beneficiato dell’aggiornamento biennale del quadro regolatorio, che nel 2024 ha incorporato il nuovo contesto macroeconomico nei parametri alla base delle tariffe”.
Hanno concorso a questo risultato anche gli investimenti realizzati in quest’area che si sono riflessi in un incremento del 7,4% della Regulatory Asset Base (RAB), che ha complessivamente raggiunto i 3,6 miliardi.
Di soddisfazione anche la performance dell’area Energy che, nonostante l’impatto negativo di 81 milioni dovuto al venir meno degli incentivi dell’Ecobonus, ha consuntivato un progresso dell’EBITDA di 22,8 milioni raggiungendo i 671,5 milioni.
La crescita organica in quest’area, pari a circa 104 milioni, è stata trainata dalla normalizzazione dello scenario energetico e dallo sviluppo commerciale. La base clienti è poi cresciuta di 0,8 milioni unità, grazie all’aggiudicazione di 7 lotti nell’ambito della liberalizzazione del mercato elettrico italiano. A fine anno, infatti, Hera presentava una base di 4,6 milioni di clienti, di cui 2 milioni per la fornitura del gas e 2,6 milioni per la fornitura di elettricità.
“Grazie a questo ulteriore sviluppo, più del 13% della popolazione italiana riceve almeno un servizio dal Gruppo Hera”, aggiunge con soddisfazione il Presidente.
Bene anche l’EBITDA dell’Ambiente, in aumento del 3,8% a 367 milioni, che “mostra un trend di sviluppo ininterrotto grazie alla solida posizione competitiva e al pieno utilizzo della capacità di trattamento dei rifiuti, dopo la conclusione del processo di revamping che ha interessato alcuni impianti WTE”.
Da sottolineare peraltro come l’impegno del Gruppo verso la transizione energetica, l’economia circolare e la resilienza delle proprie infrastrutture si è tradotto in modo ben visibile in positivi ritorni economici, attestati da un EBITDA delle attività a Valore Condiviso in crescita del 10% a 856,6 milioni, pari al 54% del MOL complessivo.
L’incremento dell’EBITDA si è ampliato a livello di EBIT, salito a 830 milioni, con una crescita percentuale doppia (+12%) rispetto a quella del margine operativo lordo, per i minori accantonamenti riconducibili alla riduzione del fatturato conseguente al calo dei prezzi delle commodity energetiche.
Il progresso della gestione operativa si è riflesso in una crescita ancora più marcata dell’utile netto di pertinenza degli Azionisti, che nel 2024 è balzato di oltre il 31% a 494,5 milioni.
Non solo. “La robusta generazione di cassa ha permesso di coprire quasi completamente gli importanti investimenti operativi (811,7 mln), l’esborso per M&A (48 mln) e la distribuzione di dividendi (251,5 mln), facendo segnare un incremento di soli 136 milioni dell’Indebitamento Finanziario Netto, che al 31 dicembre 2024 si esprimeva in 3,96 miliardi”.
Dinamica che comunque, precisa Fabbri, “non ha interrotto il virtuoso trend di discesa del rapporto Debito/EBITDA che a fine dicembre 2024 è sceso a 2,5x, ovvero il livello più basso degli ultimi due decenni. Un leverage stabilmente al di sotto la soglia prudenziale del 3x che, quindi, ci lascia a disposizione ulteriore flessibilità per poter cogliere future nuove opportunità, mantenendo al contempo un buon merito di credito”.
“Alla luce dei risultati raggiunti e della solidità finanziaria del Gruppo, proporremo alla prossima Assemblea dei Soci la distribuzione di un dividendo di 15 centesimi di euro per azione, in crescita del 7,1% rispetto all’ultimo dividendo pagato. Un aumento di cui beneficerà a cascata tutta l’intera politica dei dividendi degli anni successivi”.
E guardando proprio al prossimo futuro, spiega il manager, “nel 2025 continueremo a perseguire la creazione di valore, seguendo le direttrici del Piano Industriale presentato a inizio anno che prevede investimenti record per oltre 1 miliardo, per il rafforzamento delle infrastrutture e della capacità impiantistica. Proseguiranno poi le attività di sviluppo commerciale sui business a libero mercato, sulla scia delle positive performance ottenute nel 2024”.
Infine, “è atteso a metà anno il closing dell’importante partnership industriale con Aimag – gruppo attivo nei settori dei servizi ambientali nelle province di Modena e Mantova – che ci dovrebbe portare al suo consolidamento, permettendoci di lavorare all’estrazione di sinergie”.
Tutte queste iniziative, conclude il Presidente Fabbri, “ci consentono di mantenere quel profilo resiliente che ha sempre contraddistinto Hera da 22 anni a questa parte e che è molto apprezzato dagli investitori.”