Wall Street tenta ancora il rimbalzo ma il tonfo di United Healthcare frena i listini

La maggior parte delle quotate a Wall Street tornano a salire nella seduta di giovedì ma il crollo di United Healthcare frena il recupero dei listini.

Così l’S&P500 archivia la giornata a +0,13%, il Dow Jones a -1,33% e il Nasdaq a -0,13%.

L’incertezza sul futuro della guerra commerciale continua a preoccupare i mercati anche se si intravedono degli spiragli per uscire senza ulteriori traumi dalla difficile situazione geopolitica che si è creata nelle ultime settimane.

Una distensione dei toni dimostrata anche ieri all’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump alla Casa Bianca, con il leader americano convinto che Eu e Usa troveranno un accordo nei prossimi 90 giorni.

Resta però alta la tensione con la Cina nonostante l’esclusione di specifici prodotti, fondamentali per le catene di produzione Usa, dalla lista dei dazi.

Un barlume di speranza arriva anche dal fronte di guerra ucraino. Ieri infatti Marco Rubio, segretario di stato americano, ha chiamato il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov in un colloquio che entrambe le parti hanno considerato positivo.

Secondo molti esperti però qualsiasi accordo sarà firmato tra Russia e Ucraino non potrà definire in maniera netta la strada per l’uscita dal conflitto, e verrà letto da entrambe le parti a proprio favore con la Russia che potrebbe continuare a puntare all’annessione totale dell’Ucraina e quest’ultima puntare alla completa riconquista dei territori occupati.

Nel frattempo stanotte l’Ucraina e gli Stati Uniti hanno firmato un memorandum d’intesa come primo passo verso un accordo sulle terre rare.

Tornando all’azionario a guidare gli acquisti è stata Eli Lilly balzata del 14,3% dopo l’annuncio di risultati incoraggianti sullo studio di una pillola per l’obesità e il diabete.

In recupero anche le aziende dell’Oil & Gas che hanno beneficiato del recupero del greggio dopo i forti cali dell’ultimo mese. Tra le più performanti Diamondback Energy a +5,7% e Halliburton a +5,1%.

Buone notizie sono arrivate anche per il settore tech dopo che Taiwan Semiconductor Manufactory Co. ha pubblicati i conti dell’ultimo trimestre che hanno rispettato le attese degli analisti. Ma a dare serenità al settore sono state le parole della società taiwanese che ha detto di non aver visto dei cali negli ordini dall’inizio della guerra commerciale.

Tra le peggiori di Wall Street troviamo United Healthcare che ha avuto la peggiore seduta dal 1998 dopo aver tagliato di molto le previsioni per quest’anno. A sbaragliare le previsioni sono stati gli alti numeri di assicurati, ben al di sopra di quanto atteso dalla società, con il Medicare Advance (uno dei piani più remunerativi per le società assicurative) che hanno viste approvate le procedure per le cure.

A pesare sull’esito della seduta anche Nvidia (-2,9%) con gli analisti preoccupati per le limitazioni istituite da Trump per la vendita di chip in Cina. Le mancate esportazioni verso il colosso asiatico potrebbero costare al leader americano mancati ricavi per 5,5 miliardi di dollari.

Passando alle materie prime il Brent ha chiuso la seduta a +1,82% a 65,85 dollari al barile. Andamento simile per il Wti a +1,86% a 62,47 dollari.

Tra i metalli preziosi l’oro ha perso lo 0,54% a 3328,4 dollari l’oncia. Molto più netto il calo dell’argento a -1,55% a 32,47 dollari l’oncia.

Infine sul Forex l’euro/dollaro è flat a 1,137 e il dollaro/yen a 142,38.