Seduta perlopiù positiva per le principali borse asiatiche dopo la chiusura in rosso di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,4 e lo 0,2%, precedute da Hong Kong (+0,6%). Debole invece il Giappone con Nikkei a -0,1% e Topix a -0,2%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -2,6%, il Dow Jones a -2,5% e l’S&P500 a -2,4%.
Il sentiment risente dell’incertezza sul futuro causata dalla guerra commerciale lanciata dall’amministrazione Trump a cui si aggiungono gli attacchi di quest’ultimo al presidente della Fed Jerome Powell, accusato di non tagliare i tassi di interesse.
Il presidente della Fed ha però spiegato che la decisione è dovuta principalmente al tentativo di non far schizzare l’inflazione, che unita alla sempre più possibile recessione causata dai dazi porterebbe a conseguenze insostenibili per la prima economia mondiale.
Intanto le preoccupazioni si estendono anche al mercato obbligazionario. I movimenti di portafoglio delle istituzioni giapponesi – che detengono circa 1.100 miliardi di dollari in titoli del Tesoro statunitense – sono monitorati con attenzione.
Secondo i dati preliminari del Ministero delle Finanze del Giappone, le istituzioni private hanno venduto 17,5 miliardi di dollari in obbligazioni estere a lunga scadenza nella settimana conclusa il 4 aprile, e ulteriori 3,6 miliardi nella settimana successiva.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,151 e il cambio dollaro/yen scende a 140,4. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1%) a 66,9 dollari al barile e il Wti (+1,1%) a 63,1 dollari al barile.