Le borse europee proseguono in ordine sparso nel pomeriggio mentre rimbalza Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,7% a 35.733 punti, preceduto da Dax di Francoforte (-0,2%), Cac 40 di Parigi (-0,3%), Ibex35 di Madrid (+0,1%) e Ftse 100 di Londra (+0,4%). Oltreoceano, il Nasdaq guadagna l’1,9%, il Dow Jones l’1,8% e l’S&P 500 l’1,7%.
Gli investitori restano intenti a monitorare le tensioni geopolitiche e a valutare l’impatto dei dazi.
Nel frattempo, il Fondo Monetario Internazionale ha ridotto le sue previsioni di crescita mondiale per quest’anno e il prossimo, avvertendo che le prospettive potrebbero peggiorare ulteriormente a causa della guerra commerciale.
L’istituto di Washington ha ridotto le stime anche sul pil italiano attendendosi ora per il 2025 un +0,4% rispetto al +0,7% atteso a gennaio e, per il 2026, un +0,8% dal +0,9% delle proiezioni di tre mesi fa. Riguardo l’inflazione, l’Fmi prevede prezzi al consumo all’1,7% quest’anno e al 2% il prossimo mentre il tasso di disoccupazione è stimato al 6,7% in entrambi gli anni, un decimo in più del livello 2024.
Restano allo stesso tempo sotto i riflettori le tensioni tra il presidente Trump e il numero uno della Fed, Jerome Powell, e i segnali provenienti dalla stagione delle trimestrali con i conti odierni di Tesla.
Dall’agenda macro, ad aprile, nell’Eurozona, la fiducia consumatori preliminare è peggiorata, più delle attese (-15 punti), a -16,7 punti dai -14,5 di marzo.
Nello stesso periodo, il Richmond Manufacturing Index rilevato negli Usa, si è attestato a -13 punti a fronte dei -6 stimati e dei -4 del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,147 e il cambio dollaro/yen a 140,8. Tra le materie prime, il petrolio rallenta con il Brent (+1,1%) a 67,0 dollari al barile e il Wti (+1,4%) a 63,2 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-bund flette a 117 punti con il rendimento sul decennale italiano al 3,63%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta Terna (+1,5%), in linea a Enel (+1,5%), e seguita da Telecom Italia e Italgas (entrambe +1,4%); peggiora e scivola in coda Prysmian (-4,2%) frenata dallo stacco dividendo, preceduta da Buzzi (-2,6%) e Banca Mediolanum (-2,5%) anch’essa dopo l’effetto cedola.