Le borse europee restano toniche a metà seduta in linea ai futures di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1,3% a 36.420 punti, bene come il Ftse 100 di Londra (+1,3%), l’Ibex35 di Madrid (+1,2%) e preceduto da Cac 40 di Parigi (+2,3%) e Dax di Francoforte (+2,9%).
Gli investitori continuano a guardare con ottimismo i segnali di distensione tra Stati Uniti e Cina dopo che Pechino ha affermato che le porte sono “spalancate” ai colloqui con Washington, all’indomani delle dichiarazioni di Trump che ha parlato di una riduzione dei dazi.
Ad alimentare gli acquisti sono anche i toni più concilianti del presidente Usa nei confronti di Powell, avendo precisato che non ha alcuna intenzione di rimuovere il numero uno della Fed dal suo ruolo.
Sempre in tema di politica monetaria, lo sguardo si sposterà stasera sulla pubblicazione del Beige Book, report che riassume le informazioni raccolte dai 12 distretti della Fed sulle attuali condizioni economiche.
Dalla fitta agenda macro, a febbraio, la bilancia commerciale destagionalizzata dell’Eurozona ha segnato un surplus in decisa espansione a 24,0 miliardi da 1,0 miliardo di gennaio.
Nella stessa area, il preliminare di aprile del PMI Manifatturiero si è attestato a 48,7 punti, in aumento, contro le attese (47,4 punti), dai 48,6 punti di marzo. L’indice Servizi è sceso, oltre il consensus (50,4 punti), a 49,7 punti dai 51,0 punti del mese precedente. L’indice Composito è calato a 50,1 punti, a fronte dei 50,3 punti stimati, e dai 50,9 punti di marzo.
Nel pomeriggio, attesi dagli Usa le richieste mutui MBA e i PMI.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,143 mentre il cambio dollaro/yen si mantiene a 141,6. Tra le materie prime, il petrolio prosegue in rialzo con il Brent (+1,6%) a 68,5 dollari al barile e il Wti (+1,7%) a 64,7 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-bund resta a 114 punti con il rendimento sul decennale italiano al 3,61%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta STM (+4,8%), seguita da Nexi (+4,6%) all’indomani dei preliminari, e Stellantis (+4,5%); rimane in coda Leonardo (-1,8%) pur riducendo le perdite, preceduta da Generali (-1,6%) e Terna (-1,3%).