Snam presenta il suo primo Innovation Plan, una roadmap che illustra in dettaglio l’orientamento e i progetti del Gruppo in materia di innovazione trasformativa, che al pari della sostenibilità rappresenta una leva strategica trasversale identificata per il business del Gruppo.
Con il Transition Plan e il Piano Strategico 2025-2029, presentati rispettivamente a ottobre 2024 e gennaio 2025, l’Innovation Plan completa il framework nel quale il Gruppo inquadra i propri investimenti nel medio-lungo periodo in sicurezza e transizione energetica, garantendo una coerenza complessiva tra le diverse prospettive e i diversi programmi di azione.
Relativamente al solo piano strategico 2025-2029, sono già stati pianificati investimenti in
innovazione per 400 milioni, in crescita del 15% rispetto a quelli previsti dal piano precedente. Di questi, grazie all’approccio dual-track adottato da Snam, 338 milioni sostengono iniziative di proven innovation mentre 62 milioni alimentano progetti di explorative innovation, il tutto nel segno di un modello “people-centric”, che persegue il costante aggiornamento delle competenze di tutte le persone Snam e il conseguente livellamento dei gap generazionali.
Con la proven innovation, in particolare, Snam si concentra su soluzioni tecnologiche scalabili, affidabili e già pronte per il mercato, che rispondono alle esigenze operative – sicurezza, affidabilità, ottimizzazione dei costi e riduzione delle emissioni – degli asset e dei processi industriali.
Il suo cuore pulsante è SnamTEC, il programma di innovazione applicato alle operation attivo dal 2018, articolato in circa 50 progetti e dal quale è già nata l’Asset Control Room, una piattaforma digitale che grazie anche all’AI supporta oltre 2.000 persone nel monitoraggio e nella gestione data driven, da remoto e su device mobili, di asset fisici e di 47 processi end-to-end. A partire dal 2000, più in generale, il 100% dei principali processi operativi è stato digitalizzato, target che ha poi reso possibili progetti pervasivi di cybersecurity e la progressiva creazione di gemelli digitali degli asset gestiti, un’innovazione utile per test, simulazioni e formazione.
In questo ambito, Snam impiega già su larga scala anche molte altre tecnologie: sensori intelligenti, tele-diagnostica, unità terminali remote, asset e dispositivi a basse o zero emissioni, smart pipe, calcolo avanzato, realtà aumentata, asset pronti per l’idrogeno e la CO2. A questo si aggiunge poi ciò che consente a un operatore come Snam di essere anche al servizio del sistema, dalla modellazione predittiva del rischio all’impiego di droni e satelliti nelle attività automatizzate di leak detection, monitoraggio e controllo, a vantaggio anche e soprattutto dei territori e dei loro fragili equilibri ecosistemici e geologici.
Con l’explorative innovation Snam presidia invece una vasta gamma di idee nuove e tecnologie emergenti, da nuove applicazioni basate sull’AI alle clean tech per la produzione, l’uso finale e la trasformazione di molecole decarbonizzate. L’attenzione è rivolta ai programmi di R&S, scouting e testing condotti con startup, acceleratori, università e risorse interne. Le tematiche affrontate dall’innovazione esplorativa, oggi articolata in oltre 35 progetti, variano dalle cleantech/energy-tech – idrogeno, carbon capture utilization and storage (CCUS) e tecnologie di Long Duration Energy Storage (LDES) – alle tecnologie digitali di frontiera quali l’AI tradizionale e generativa, la robotica e il computing.
L’obiettivo è testare e accelerare l’implementazione di soluzioni innovative ad alto potenziale ma non ancora mature o non ancora industrializzate nel contesto energetico, per disporre di opzioni di diversificazione, integrandole – ove possibile – al business stesso di Snam.
Il T.LAB – strumento di Snam per collegare explorative e proven innovation – si occupa di questo, scalando e implementando le operational technologies più mature e promettenti fra quelle prese in esame.
Fra i progetti attualmente al vaglio del T.LAB si segnalano, a titolo di esempio, il methane detector, una telecamera iperspettrale per rilevare e quantificare con precisione le perdite di gas su scala industriale, la sensoristica avanzata per il monitoraggio metereologico marino già implementata presso i rigassificatori di Panigaglia e Ravenna, valvole a zero emissioni regolate a distanza che non necessitano di sostituzioni, nonché progetti per il miglioramento dei sistemi elettrolitici tesi ad abbattere i costi della produzione di
idrogeno verde e, così facendo, a favorire lo sviluppo del suo mercato.