Avvio incerto per le principali borse europee.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% tornando sopra quota 40mila punti (40.145), sopra a parità come l’Ibex35 di Madrid (+0,4%), flat il Dax di Francoforte e il Ftse 100 di Londra (-0,1%), mentre il Cac 40 di Parigi cede lo 0,3%.
I mercati soppesano l’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Cina sul fronte dei dazi e le notizie positive sull’inflazione a stelle strisce in calo al 2,3% ad aprile rispetto al 2,4% di marzo.
Intanto, durante la sua visita a Riad, il presidente Usa Donald Trump, ha firmato con il principe ereditario Mohammad bin Salman una serie di accordi per avviare “una partnership economica strategica” con l’Arabia Saudita. Il pacchetto complessivo prevede l’impegno da parte del Regno a investire 600 miliardi di dollari negli Usa. Gli accordi siglati, fa sapere la Casa Bianca, rafforzeranno la sicurezza energetica statunitense, l’industria della difesa, la leadership tecnologica e l’accesso alle infrastrutture globali e ai minerali essenziali.
Attesi in giornata gli interventi di alcuni banchieri centrali, tra cui Nagel della Bce e Jefferson della Fed.
Sul fronte macro, in Germania i prezzi al consumo in aprile su base mensile sono saliti dello 0,4%, in aumento rispetto al precedente +0,3% (in linea con le stime degli analisti). Su base annuale sono saliti del 2,1%, in calo rispetto al precedente +2,2% (in linea con le stime degli analisti).
Attese nel pomeriggio dagli Usa le richieste mutui MBA.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,119 mentre il cambio dollaro/yen scende a 147,1. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,5%) a 66,3 dollari al barile e il Wti (-0,5%) a 63,3 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-bund riparte da 101 punti con il rendimento sul decennale italiano al 3,68%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio TIM (+1,5%), Leonardo e Unipol (+1,3%), Prysmian (+1,2%) il cui Cda ha autorizzato la potenziale emissione di un prestito obbligazionario, non convertibile, subordinato, ibrido, perpetuo in euro per un importo nominale massimo pari a 1.000 milioni. In coda Buzzi (-1,9%), Amplifon (-1,1%) e Moncler (-0,8%).