Le borse europee proseguono a metà seduta in timido miglioramento, mentre i futures di Wall Street viaggiano in flessione.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,5% a 40.173 punti, in flessione come il Dax di Francoforte (-0,2%) e il Cac 40 di Parigi (-0,3%), virano in positivo il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,2%).
Per quanto i listini stiano perdendo lo slancio dei giorni scorsi, gli investitori continuano a guardare con fiducia la tregua tra Usa e Cina nonché i dati sull’inflazione statunitense.
A indicare un ulteriore segnale di allentamento delle tensioni commerciali, ieri Pechino ha sospeso le restrizioni alle esportazioni di terre rare e di altri beni e tecnologie per uso militare, decisione che fa seguito, come dichiarato dal Ministero del Commercio cinese, alla pausa di 90 giorni nei dazi reciproci concordata con gli Stati Uniti.
Occhi anche sulle banche centrali dopo le parole del presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, secondo il quale è importante che gli istituti non reagiscano alla volatilità quotidiana dei titoli azionari e alle dichiarazioni di politica economica, osservando che i dati economici rimangono stabili per ora.
Il vicepresidente della Fed, Philip Jefferson, ha aggiunto che i dazi e la relativa incertezza potrebbero rallentare la crescita e aumentare l’inflazione quest’anno, ma la politica monetaria è ben posizionata per rispondere quando necessario.
Dalla fitta agenda macro odierna, la seconda stima preliminare per il Pil 1Q25 dell’Eurozona indica un aumento dello 0,3% su base trimestrale, rispetto al +0,4% del consensus e della prima lettura. Su base annua, la crescita è stata dell’1,2%, in linea alle attese e al dato precedente.
A marzo il Pil del Regno Unito è salito dello 0,2% su base mensile, rispetto alla variazione nulla delle attese e al +0,5% del mese precedente. Su base annua, il dato ha evidenziato un incremento dell’1,3%, sopra il +1,2% delle previsioni ma in rallentamento rispetto al +1,5% del mese precedente.
Sempre a marzo nel Regno Unito, la produzione industriale è calata, più delle attese (-0,6%), a -0,7% su base mensile, dal +1,7% di febbraio (rivisto da +1,5%). Su base annua, il dato è sceso anch’esso dello 0,7%, a fronte del -0,9% stimato e del +0,4% del mese precedente (rivisto da +0,1%).
In Francia, invece, dalla lettura finale di aprile emerge che l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,6% su base mensile, poco sopra il +0,5% del preliminare e delle attese. Anno su anno, il dato ha registrato un incremento dello 0,8%, in linea al consensus e alla rilevazione preliminare.
Attesi nel pomeriggio, dagli USA, le vendite al dettaglio di aprile, l’Empire Manufacturing di maggio, l’Indice manifatturiero Philadelphia di maggio, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e i prezzi alla produzione di aprile.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,120 mentre il cambio dollaro/yen scende a 145,9. Tra le materie prime, petrolio in ulteriore ribasso con il Brent (-3,7%) a 63,6 dollari al barile e il Wti (-3,9%) a 60,7 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-bund è stabile a 102 punti con il rendimento sul decennale italiano al 3,69%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio Leonardo (+2,6%), Hera (+1,9%), Italgas (+1,1%) e A2A (+0,9%); in coda Iveco (-4,3%) e Pirelli (-2,5%) dopo i conti, precedute da Unicredit (-1,9%) e Banco Bpm (-1,8%).