Wall Street chiude la seduta di metà settimana in forte calo in scia alle pressioni dei treasury e ai timori per l’aumento del debito pubblico.
L’S&P 500 chiude così a -1,61%, il Nasdaq a -1,41% e il Dow Jones a -1,91%.
Fa peggio il Russel 2000 che archivia la seduta a -2,8%.
A scatenare il crollo è stata l’asta dei tresury a 20 anni. Per raggiungere i 16 miliardi di dollari il governo ha dovuto alzare i rendimenti fino al 5,047%.
Una mossa che ha alzato i rendimenti di tutti i bond, compreso quello a 10 anni salito a 4,59%, che solo un mese fa era al 4,01%. Un rialzo notevole per il mercato delle obbligazioni.
Il tutto dopo che lunedì Moody’s aveva abbassato il rating Usa da AAA a AA1 a causa proprio dell’immenso debito pubblico che secondo l’agenzia di rating aumenterà fino a raggiungere il 9% dell’economia americana entro il 2035 dal 6,4% del 2024 sopratutto a causa dell’aumento degli interessi, delle forti spese e delle minori entrate.
Sullo sfondo la fiducia dei consumatori americani continua a essere vicina ai minimi e le spese delle famiglie stanno lentamente ma costantemente calando mentre l’impatto della guerra dei dazi sta penetrando in tutte le filiere e inizia a mostrare le reali conseguenze sui prezzi.
Così ieri Target è crollata del 5,2% dopo aver pubblicato risultati inferiori alle attese degli analisti. Il gruppo ha spiegato di aver sofferto il boicotaggio di alcuni gruppi di consumatori dovuto all’abbandono delle politiche di diversita ed inclusione sulle pressioni della Casa Bianca e dei conservatori. La ciliegina sulla torta è stata il taglio delle previsioni per il 2025.
Ha fatto peggio Carter’s, società specializzata nell’abbigliamento per bambini, che ha chiuso a -12,6% dopo aver tagliato il dividendo. Il Ceo Doug Palladini ha spiegato che il taglio è stato fatto per il piano di investimenti previsti per i prossimi anni e per bilanciare gli impatti della guerra commerciale.
Passando alle materie il Brent ha chiuso la seduta di ieri a -0,72% a 64,91 dollari al barile. In calo anche il Wti a -1,1% a 61,35 dollari al barile.
Tra i metalli preziosi l’oro torna a salire e chiude a +1,13% a 3.321,64 dollari l’oncia. Fa meglio l’argento che chiude +1,43% a 33,647 dollari l’oncia
Infine sul forex l’euro/dollaro è flat a 1,133 e il dollaro/yen scende a 143,36.