Avvio in leggero rialzo per le principali borse europee.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 40.342 punti, poco sopra la parità come il Dax di Francoforte (+0,3%), il Ftse 100 di Londra (+0,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,2%).
Gli investitori temono che la proposta di legge fiscale di Trump, approvata dalla Camera e che ora sarà presentata al Senato, possa aggravare il deficit nazionale già in forte aumento.
Resta monitorato anche il fronte geopolitico con Pechino e Washington che stanno proseguendo nelle trattative mentre la delegazione giapponese è partita oggi verso gli Stati Uniti per un terzo round di colloqui.
Occhi, inoltre, sulla politica monetaria in scia alle parole del funzionario della Fed, Christopher Waller, secondo il quale la banca centrale potrebbe tagliare i tassi nella seconda metà del 2025 se i dazi imposti da Trump si stabilizzeranno intorno al 10%.
Infine, oggi, Moody’s e Scope Ratings aggiornano il rating sull’Italia.
Dall’agenda macro, ad aprile, i prezzi al consumo giapponesi sono aumentati del 3,6% su base annua, in linea a marzo. Al netto dei beni alimentari freschi e delle componenti più volatili, l’indice ha registrato una crescita del 3,5%, leggermente superiore al consensus (+3,4%) e in accelerazione rispetto al +3,2% del mese precedente.
A maggio, l’indice Gfk, che misura la fiducia dei consumatori nel Regno Unito, si è attestato a -20,0 punti, in recupero rispetto alle attese (-22 punti) e al dato di aprile (-23 punti).
Nello stesso mese, la fiducia dei consumatori francesi è calata, contro le attese (93 punti), a 88 punti dai 91 punti di aprile (rivisto da 92 punti).
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,131 mentre il cambio dollaro/yen scivola a 143,4. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,8%) a 63,9 dollari al barile e il Wti (-0,8%) a 60,7 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-bund riparte da 103 punti con il rendimento sul decennale italiano al 3,64%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio Iveco (+2,7%), Azimut (+2,4%) dopo l’accordo con FSI per la creazione di una wealth management bank di nuova generazione, e Prysmian (+2,2%); in coda Telecom Italia (-0,9%), Inwit e Unicredit (entrambe -0,4%) con quest’ultima che ricorrerà al Tar nell’ambito dell’OPS su Banco BPM.