Mercati – Europa prosegue in rialzo nel pomeriggio, a Milano (+0,4%) in coda Tim (-2,8%)

Le borse europee proseguono in rialzo nel pomeriggio con l’andamento tonico di Wall Street.

A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,4% a 40.145 punti, preceduto dal Dax di Francoforte (+1,2%), dal Ftse 100 di Londra (+0,9%) ma seguito dal Cac 40 di Parigi (+0,3%) e dall’Ibex35 di Madrid (+0,1%). Oltreoceano, il Nasdaq sale del 2%, l’S&P 500 dell’1,5% e il Dow Jones dell’1,2%.

I mercati restano intenti a monitorare gli aggiornamenti sul fronte commerciale. Trump ha scritto sul social Truth di essere “stato informato che l’Ue ha chiamato per definire le date di un incontro” sui dazi, sottolineando che “questo è un evento positivo” e che spera che, “finalmente, come chiesto alla Cina, i paesi europei si aprano al commercio con gli Stati Uniti”.

Parole che si aggiungono alla decisione, nel weekend, di rinviare al 9 luglio i dazi del 50% sull’Unione Europea.

Dall’agenda macro, il preliminare degli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti di aprile è calato del 6,3% su base mensile, rispetto al -7,6% stimato e al +7,6% del mese precedente (rivisto da +9,2%).

A maggio la lettura finale sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona, stilata dalla Commissione europea, si è attestata a -15,2 punti, confermando il preliminare e in linea alle attese. Il dato finale di aprile riportava un valore di -16,7 punti.

Sul forex, l’euro/dollaro si mantiene a 1,135 mentre il cambio dollaro/yen vola a 144,3. Tra le materie prime, il petrolio torna a scendere con il Brent (-1%) a 63,5 dollari al barile e il Wti (-1%) a 60,9 dollari al barile.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-bund flette a 101 punti con il rendimento sul decennale italiano al 3,55%.

Tornando a Piazza Affari, resta in vetta Prysmian (+4,8%) in scia al rialzo di target price da parte di Barclays da 72 a 82 euro, seguita da Leonardo (+2,6%) e Amplifon (+2,4%) mentre scivola in coda Telecom Italia (-2,8%) dopo che la Corte di Cassazione ha preso tempo sulla restituzione del canone pagato, dalla società, allo Stato e non dovuto, preceduta da Tenaris (-1,3%) e Azimut (-0,9%).