Seduta incerta per le principali borse asiatiche dopo la chiusura in denaro di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,1 e lo 0,3%, poco mosse come il Giappone con il Nikkei e il Topix entrambe a +0,1%; più arretrata Hong Kong (-0,7%).
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +2,5%, l’S&P 500 a +2,1% e il Dow Jones a +1,8%.
Resta l’attenzione sul mercato obbligazionario con il governo giapponese che, secondo rumour, potrebbe optare per una riduzione nell’emissione di titoli di Stato a lunghissimo termine, alla luce del netto incremento dei rendimenti su questa categoria di bond.
Focus anche sulle parole del governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, secondo il quale “i tassi di interesse a breve e medio termine hanno un impatto più diretto sull’attività economica”, spiegando inoltre che “la volatilità sulla parte lunga della curva può trasmettersi ai segmenti a breve termine, influenzando le condizioni finanziarie generali”.
Il Ministro delle Finanze, Katsunobu Kato, ha affermato che il governo resterà intento a osservare l’andamento del mercato obbligazionario.
Occhi infine sulla politica monetaria con la Reserve Bank neozelandese che ha tagliato i tassi di 25 punti base, abbassandoli al 3,25%, e sulle trimestrali in vista dei conti di Nvidia, in uscita dopo la chiusura di Wall Street.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,131 mentre il cambio dollaro/yen oscilla a 144,3. Tra le materie prime, petrolio in leggero rialzo con il Brent (+0,3%) a 63,7 dollari al barile e il Wti (+0,3%) a 61,1 dollari al barile.