Seduta in rosso per le principali borse asiatiche in controtendenza alla chiusura positiva di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,6 e lo 0,9%, giù come Hong Kong (-0,8%) e il Giappone con il Nikkei e il Topix a entrambi a -0,9%.
Oltreoceano, l’S&P 500 ha terminato a +0,4%, il Nasdaq e il Dow Jones entrambi a +0,2%.
Sul sentiment pesano i rischi di escalation in Medio Oriente con Israele che ha lanciato nella notte una serie di attacchi “preventivi” in Iran contro impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali.
L’operazione continuerà per “tanti giorni” quanti saranno necessari per rimuovere la minaccia mentre “l’Iran ha lanciato oltre 100 droni verso Israele”.
Gli Stati Uniti dicono di essere al corrente degli attacchi ma precisano di “non essere coinvolti in nessun modo”. Trump ha intanto convocato un vertice di governo alla Casa Bianca.
Parallelamente, continuano a tenere banco le questioni commerciali e la politica monetaria.
I funzionari della Banca del Giappone prevedono che i prezzi aumenteranno un po’ più di quanto atteso a inizio anno, aprendo le porte a discussioni sull’opportunità di aumentare i tassi. Le stime indicano che la banca centrale manterrà il tasso di riferimento allo 0,5% nella riunione della prossima settimana, monitorando gli sviluppi dei colloqui sui dazi a livello globale e le relative implicazioni economiche.
Sul forex, l’euro/dollaro scivola a 1,153 mentre il cambio dollaro/yen oscilla a 143,5. Tra le materie prime, schizza il petrolio con il Brent (+7%) a 74,2 dollari al barile e il Wti (+7,5%) a 73,1 dollari al barile, in scia all’attacco all’Iran, importante esportatore di greggio.