Seduta all’insegna degli acquisti per le principali borse asiatiche in controtendenza alla chiusura negativa di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,2 e lo 0,4%, in linea Hong Kong (+0,3%). Fa meglio il Giappone con il Nikkei a +1,3% e il Topix a +0,7%.
Oltreoceano, l’S&P 500 ha terminato a -1,1%, il Nasdaq a -1,3% e il Dow Jones a -1,8%.
I mercati asiatici non risentono dell’escalation del conflitto tra Israele e Iran, con il presidente iraniano che ha esortato la popolazione a mettere da parte le divergenze e a unirsi contro Israele.
Teheran ha inoltre minacciato la chiusura dello Stretto di Hormuz, snodo cruciale per le esportazioni globali di greggio, alimentando l’incertezza sui mercati.
L’attenzione è anche rivolta alle banche centrali, domani si concluderà la riunione di politica monetaria della Banca del Giappone, da cui gli investitori si attendono che manterrà i tassi allo 0,5%. Mercoledì sarà la volta della Federal Reserve, per la quale è atteso un mantenimento dei tassi.
Sul fronte macro, le vendite al dettaglio in Cina sono salite del 6,4% su base annua a maggio, accelerando rispetto al +5,1% di aprile e superando le stime degli analisti, ferme al 5%. Sempre a maggio, la produzione industriale cinese è cresciuta del 5,8% su base annua, in rallentamento rispetto al +6,1% del mese precedente e sotto le attese (+5,9%).
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,155 mentre il cambio dollaro/yen sale a 144,2. Tra le materie prime, in frazionale rialzo con il Brent (+0,2%) a 74,4 dollari al barile e il Wti (+0,4%) a 71,6 dollari al barile.