Seduta perlopiù positiva per le principali borse asiatiche in controtendenza alla chiusura prevalentemente debole di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,8 e lo 0,5%, bene come Hong Kong (+0,5%). Più arretrato il Giappone con il Nikkei flat e il Topix a -0,4%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,5%, l’S&P 500 a -0,2% e il Dow Jones a +0,1%.
Sul sentiment pesano i timori di un ulteriore aggravamento della guerra in Medio Oriente dopo i raid aerei statunitensi contro tre siti nucleari iraniani avvenuti nel fine settimana. Nel frattempo, lo stato ebraico ha ripreso ad attaccare, prendendo di mira siti militari a Teheran e nell’Iran occidentale.
Crescono così le preoccupazioni, inoltre, che venga bloccato lo stretto di Hormuz, dove passa il 30% del petrolio mondiale. Al fine di scongiurare questo rischio, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha invitato Pechino a intervenire perché l’Iran non opti per questa mossa.
Dall’agenda macro, il preliminare di giugno del PMI manifatturiero giapponese è aumentato, oltre le attese (49,5), a 50,4 punti, dai 49,4 di maggio. Il PMI servizi è stato pari a 51,5 punti, in miglioramento rispetto ai 51 punti del mese precedente, mentre il composito è salito a 51,4 punti dai 50,2 punti di maggio.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,151 mentre il cambio dollaro/yen balza a 147,3. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,5%) a 76,6 dollari al barile e il Wti (+1,6%) a 75,0 dollari al barile.